Alla ricerca del luogo dove mettere radici
L’anno scorso, proprio la mattina che scoppiava la guerra in Ucraina, mi sono svegliato in un Hotel del centro di Alessandria. Dopo aver consumato la colazione al piano terra della struttura, mi sono indirizzato, con la mia compagna, verso il primo appuntamento fissato con uno dei tanti agenti immobiliari che avevamo contattato prima di arrivare in città.
A dire il vero potevamo risparmiarci l’intera giornata passata su e giù, da una macchina ad un’altra, da una casa all’altra, perché era stata il primo appuntamento a colpirci. L’appartamento non era grande, aveva molte cose che dovevano essere sistemate. L’umore, però, era combattuto, perché il telefono continuava a vibrare, viste le infinite breaking news che ci ricordavano che, non lontano da noi, della gente come noi, come tutti coloro che incontravamo in quel girovagare, si era trovata, di punto in bianco, in una situazione surreale: in guerra.
Forse per questo, la vista da quel balcone, e da quelle finestre, che si aprivano su una piazza, abbastanza vasta, ci trasmetteva calma e pace, e la speranza che potesse cambiare il nostro umore. Da sempre abituati a grandi folle umane, che prendono treni sotterranei affollati, bus a due piani strapieni, per vedere uno spazio grande come quello che avevamo davanti agli occhi, senza persone, c’era voluta la pandemia mondiale, nelle città dove abitavamo. Alcune settimane dopo, in meno che non si dica siamo tornati ad Alessandria e davanti ad un Notaio abbiamo iniziato il processo per diventare residenti di questa città.
Abbiamo appena trascorso il nostro primo inverno in città e ora che il tepore primaverile comincia a farsi sentire, riflettevamo sulla scelta fatta. La guerra in Ucraina sembra diventata una cosa a cui ci siamo abituati e alla fine il conteggio dei giorni che questa va avanti l’abbiamo pure perso. Si comincia a calcolarla sugli anni, e per come stanno le cose, ho la sensazione che molto presto, perderemo anche quel conto.
Riflettevo anche sul fatto che quando vado al mercato, sia esso in piazza o sia in un supermercato, ho l’accesso a frutta e verdura fresca tutto l’anno, ed anche in abbondanza. Nello stesso istante faccio foto ai banconi dei pomodori e le mando ai miei amici in Gran Bretagna. Amici che non vedono un pomodoro da un mese e così altre verdure, che quando sono disponibili vengono pure razionati. Una situazione surreale, e non capiscono quante altre pene dovranno soffrire prima che uno decida di riportare il Paese dove dovrebbe stare: nell’Europa Unita.
Quando non potevamo nemmeno pensare come sarebbero andate le cose, questa di trasferirci ad Alessandria, sembrava la decisione più difficile che avessimo mai preso. Ed invece non si sta rivelando tale. Negli ultimi mesi questa città ci ha incantato e il piccolo appartamento sulla piazza è lentamente diventato una casa, decorata con mobili e oggetti locali e i nostri libri e i nostri dischi, ci tengono uniti a quel filo con le città in cui abbiamo vissuto nei decenni precedenti.
Siamo andati lo scorso fine settimana in giro per il Monferrato e abbiamo visto dei luoghi da favola. Ci ha colpito l’architettura dei luoghi, e seduti in un bar, sotto il caldo sole di fine inverno, abbiamo poi camminato attraverso le foreste delle colline attorno Mombaruzzo e Castelnuovo Belbo e dopo aver guidato lungo strade di campagna orlate da piante già in fiore e filari di viti pronti a colorarsi di verde per accogliere i nuovi grappoli di uva, ci siamo sentiti bene, soddisfatti e in pace con noi stessi.
Siamo tornati in città, parcheggiato in Piazza della Libertà e ci siamo seduti attorno alla piazza e ci siamo sentiti più sociali, e sorridevamo a tutti e avevamo la sensazione di essere sempre in esplorazione. Era tornata quella sensazione che avevo avuto a Londra per molti anni, cioè che anche l’atto banale di andare a comprare cibo era un brivido di emozione.
Mi piacciono le serie Tv sulla BBC, e a causa di questa decisione legata al trasferimento, il collegamento che ho trovato con quella ultima di Stanley Tucci “Searching for Italy” è stato decisamente forte. Divertente, straziante, affascinante, intima e ben diretta, la serie è un viaggio speciale del mio amico Stanley lungo il Paese da dove i suoi avi partirono in direzione New York.
Stanley Tucci realizza un programma che a me è sembrato davvero speciale e non solo per i collegamenti che ci sono con lui a livello personale e con la decisione presa da noi di tornare in Italia. È una bellissima serie celebrativa su una nazione che voglio riscoprire e già in questi pochi mesi sono stato investito da storie di fantastici albergatori, chef e leader culturali, ma anche di persone semplici.
Sto prendendo nota, facendo a loro le foto e queste discussioni mi stanno invogliando a pensare in modo diverso al paese e a chiedermi cosa altro poter scoprire e la mia compagna, che non è italiana, sta considerando che potrebbe mettere le sue radici qui per sempre.
Come i miei amici a Londra direbbero a questo punto… “stay tuned”.