Piante nuove in piazza San Guido, “e lavori per favorire la viabilità”
Il vice sindaco: "Renderemo più chiara la divisione tra viale Ravera e il controviale"
ACQUI TERME – In questi giorni si sono conclusi i lavori di piantumazione dei bagolari messi a dimora (foto in basso) in sostituzione di quelli abbattuti lungo la salita di piazza San Guido: sono 12 le nuove piante che ora fanno capolino in viale Ravera.
«In tutto – spiega Alessandro Lelli, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici – erano 15 i bagolari eradicati perché ormai intaccati dal fungo che ne metteva a rischio la tenuta: 7 di questi abbattuti dalla nostra amministrazione, gli altri 8 da quelle precedenti. Con l’occasione, diamo una sistemata anche ad alcune cordolature delle aiuole e agli autobloccanti sconnessi, andando a eliminare anche alcuni basamenti delle postazioni delle vecchie cabine telefoniche. Previsto, poi, il riposizionamento delle campane del vetro, al momento installate sopra i marciapiedi e che verranno ricollocate negli appositi stalli».
Gli interventi per la sistemazione del viale che dalla rotonda all’intersezione con via De Gasperi conduce in piazza San Francesco, però, non finiscono qui: «Abbiamo infatti in programma alcune modifiche che in qualche modo andranno a favorire anche la viabilità. Nei pressi della rotonda in cima a piazza San Guido, infatti, andremo a modificare il cordolo che divide viale Ravera dal controviale di destra scendendo verso piazza San Francesco, in modo da rendere più chiara la separazione tra le due sedi stradali. Sovente, infatti, capita che autisti poco pratici della città imbocchino il controviale dell’ex Tribunale invece di proseguire lungo il viale principale».
Nel frattempo, prosegue l’opera di monitoraggio delle piante del contesto urbano per prevenire eventuali nuovi improvvisi crolli come quello dello scorso dicembre nel tratto di corso Bagni che costeggia la piscina. «In questi giorni – aggiunge Lelli – è in corso la potatura delle piante presenti in via Trucco all’altezza del distributore di carburante: due di queste le abbiamo dovute abbattere proprio perché potenzialmente a rischio crollo».