E intanto continuano ad arrivare
L'attore monferrino Giorgio Milani, colpito dall'ennesima tragedia del mare, ci 'regala' un suo componimento sul tema delle migrazioni
Il commento del monferrino Max Biglia
CASALE – Dopo Giorgio Milani, che per commentare la tragedia ci ha inviato una poesia, anche Max Biglia ha scelto di intervenire sul naufragio di Crotone, nel quale hanno perso la vita nei giorni scorsi oltre 60 persone.
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Erano ‘solo migranti’
Pensate che scempio fossero state persone a morire in quel mare di disumana ignoranza, incapacità, imperizia. Decine e decine di migranti con le loro miserie e le loro virtù che desiderano, si muovono, muoiono o sopravvivono, per godersi la disperazione di uno spassoso soggiorno lontani dalla loro terra. “Pezzi di carne e ossa in viaggio” verso un chissà. Nulla di serio intendiamoci, per chi ieri dallo scranno strillava soluzioni su tutto, mentre oggi, con le parole dell’egregio e sedentario ministro, uno degli esecutori di tanta leggiadria, abbiamo davvero qualcosa su cui riflettere: “Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità”. Qualcosa su qui riflettere per chi, naturalmente, ne ha facoltà, bisogno, tempo ed è ai margini di questo cerchio di sudiciume sociale. Nulla di serio intendiamoci, tanto questa, come altre anime sporche dalle parole ignobili o dai silenzi sornioni, verranno al più presto dimenticate proprio perché in fondo, in fondo a quel mare, ci sono “solo migranti” e non persone.
E intanto continuano ad arrivare
L'attore monferrino Giorgio Milani, colpito dall'ennesima tragedia del mare, ci 'regala' un suo componimento sul tema delle migrazioni
Pensi, egregio e sedentario ministro, che la mia educazione alla responsabilità mi porta a non citare il suo nome, temo sia inutile, proprio come le sue dichiarazioni che ancora una volta rimarcano quello che è il mio pensiero nei confronti di un sistema e di una classa politica improvvisata, il cui merito è quello di creare consenso, proselitismo, fomentare e formare imbecilli, senza il bisogno di proporre o mettere in pratica soluzioni. Non generalizzo ma ho la quasi certezza che lei, proprio lei come molti altri suoi compari, siate tra i veri disperati di questo tempo. Una disperazione intellettuale ben retribuita, arrogante e vigliacca. “Solo migranti”, numeri senza nome, proprio come lei, egregio, disperato e sedentario ministro.
Una grande casa, cui è di tetto il cielo, dove le genti, poche o tante non sono tutte perse in quel mare di disumana ignoranza, ma anzi, hanno ancora voglia di poter scrivere un presente futuro decoroso, giusto, con la capacità di poter scegliere da che parte stare. Una casa che non abbiamo scelto, dove ci siamo ritrovati e che poco alla volta, per ingordigia, abbiamo depredato, trasformato. Piccole stanze cui sono di tetto il cielo, pareti e finestre socchiuse per far entrare sguardi, incredulità, paure e conoscenze. Un fiume di fantasie, attese, rimpianti, realtà, distanze, oscurità e fievoli luci che nonostante tutto, rischiarano questa grande casa. Un sogno speciale fatto di notti, giorni e orizzonti. Un vento che soffia ancora, per non indugiare a piedi nudi mentre piove sulla nostra pelle, sulle tue ciglia, in riva alle acque di questo mare profondo.
Abitiamo in questo difficile, misterioso equilibrio dove qualcuno ieri come oggi, si è trattenuto per comprendere e curare questo giardino di colori e umana diversità cui è di tetto il cielo. L’equilibrio, dove ci si può fidare, come il primo filo d’erba dopo un lungo inverno.
È tutto qui.
Dal primo, fino all’ultimo sguardo, volersi male è quasi solo un’inutile fatica. È tutto qui, per portare una traduzione differente alle ragioni del disordine, del rumore e scegliere, di stare dalla parte delle
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max biglia