Bertoli: «Per vincere a Novi ancora serve il centrodestra unito»
Marco Bertoli, di recente approdato a FdI, esce allo scoperto con una lettera indirizzata alle altre forze del centrodestra novese
NOVI LIGURE — Marco Bertoli ancora al centro della scena politica a Novi Ligure. L’ex capogruppo della Lega, poi fuoriuscito per dare vita al gruppo civico Solo Novi, è di recente approdato tra le fila di Fratelli d’Italia, provocando qualche mal di pancia tra gli altri partiti del centrodestra, che non hanno mai digerito del tutto la sua decisione di dimettersi nel luglio 2022, insieme ai consiglieri di Pd e M5s, causando così la caduta della giunta di Gian Paolo Cabella.
Ora Bertoli ha deciso di uscire allo scoperto con una lettera aperta che dal tono sembra indirizzata alle segreterie dei partiti. Non sono le scuse formali che Lega e Forza Italia avevano chiesto per riaccogliere il figliol prodigo, ma le parole sono concilianti: mi sono dimesso per il bene della città, dice in sintesi, ma ora facciamo tesoro degli errori commessi durante il mandato di Cabella e ripartiamo uniti.
Il testo della lettera
Ritengo opportuno rilasciare questo atto politico formale al fine di agevolare una distensione del clima politico all’interno del centrodestra novese.
Quando due mesi fa ho deciso, insieme al mio gruppo civico, di aderire al progetto politico di Fratelli d’Italia, l’ho fatto con lo stesso spirito che mi ha sempre ancorato all’area politica del centrodestra: attenzione al risvolto etico dell’azione amministrativa, senza mai venire meno al buon senso, che a volte corregge ciò che la politica rende difficile o non del tutto comprensibile.
Nel 2019, grazie al contributo di tutti, abbiamo raggiunto l’unità del centrodestra novese, un’area politica che non sempre si è presentata compatta alle elezioni amministrative. Questo sforzo è stato coronato da una vittoria, che era attesa da anni e che molti continuavano a ritenere addirittura impensabile.
Della giustezza di questo percorso sono fiero e non rinnego nulla.
Purtroppo nel corso della consiliatura qualcosa si è incrinato nei rapporti politici tra me e la maggioranza, che ho contribuito a coalizzare: forse un divario generazionale, forse una diversità di linguaggio, sicuramente forti differenze caratteriali. Ad un certo punto il contrasto politico e programmatico si è fatto insanabile. Mi dispiace di aver contribuito a questa svolta che ha posto fine alla consiliatura ma posso garantire che le mie azioni, anche quelle più dialettiche verso la maggioranza di allora, erano improntate a perseguire quella che era la mia personale percezione del bene della città.
Abbiamo sofferto tutti e, soprattutto, la città, anche se non era nelle nostre intenzioni iniziali.
Superiamo tutti insieme i contrasti che ci hanno divisi, nell’interesse superiore di fare eleggere un’amministrazione onesta, come tutti i novesi auspicano.
Molte volte situazioni complesse e di notevole importanza si traducono in una esasperazione dei toni, che spesso urta la sensibilità dei singoli: non era mia intenzione che la polemica politica compromettesse il piano delle relazioni personali.
Rispetto al contesto in cui si è consumata la fine anticipata della consiliatura molto è cambiato e le condizioni che in gran parte l’hanno determinata sono frattanto venute meno.
La politica non può e non deve vivere di personalismi, né rimanere prigioniera del passato: la priorità, ora, è di assicurare alla città un’amministrazione di centrodestra, moderata ed onesta, che sappia far tesoro degli errori del passato, conservare ciò che di buono è stato fatto, senza dimenticare che etica e buon senso aiutano a battere quei percorsi che la politica rende impervi.
Tendo a tutti la mano e ricordo a tutti l’importanza dell’unità del centrodestra, nella prospettiva di un’amministrazione che duri cinque anni e che impegni per il bene della città i talenti di cui essa dispone e le migliori competenze, premiando merito ed esperienza amministrativa.
Quella “rivoluzione del buon senso e dell’onestà”, che tutti abbiamo auspicato, attende di essere attuata e l’interesse della città prevale sui rapporti personali e politici che tra noi si sono incrinati.
La parola d’ordine ora è unità del centrodestra!
Marco Bertoli