Alessandria a picco anche a Sassari
Fatale, ancora una volta, un gol nel primo quarto d'ora. Nella ripresa una timida reazione, troppo poco
Per il tecnico "troppa leggerezza, anche nell'azione del gol"
SASSARI – Restare fermi e fare un passo indietro. La sconfitta costa un posto all’Alessandria, che da quando aveva messo la testa fuori dalla zona playout, si è messa a fare come i gamberi, sempre un gradino sotto.
L’Olbia ha gli stessi punti, 25, e fino al 39′ della ripresa dell’ultimo turno era addirittura +2 sopra, il pareggio dell’Ancona evita ai Grigi un isolamento sul fondo, ma è magra consolazione, perché non si vede ancora una scossa.
Eppure Maurizio Lauro è convinto che “il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto”. Per le occasioni nella ripresa può anche avere ragione, “e ci manca un rigore su Cori“, nell’azione in cui, però, l’attaccante, per due volte, ha ‘steccato’ la conclusione, da un uomo da area come lui è legittimo aspettarsi molto più di quanto, fino ad ora, ha fatto vedere.
Alessandria a picco anche a Sassari
Fatale, ancora una volta, un gol nel primo quarto d'ora. Nella ripresa una timida reazione, troppo poco
Il pareggio sarebbe servito, appunto, a stare sopra all’Olbia e più vicini al San Donato: sempre troppo poco, ma una squadra che non sa vincere gli scontri diretti richia di avere un destino scritto non solo da oggi. Perché ha una difficoltà di lettura del gioco e di interpretazione evidente, deve riconoscerlo anche il nuovo tecnico. “Non è vero che nel primo tempo non si sia giocato. Però abbiamo sbagliato tanto, siamo finiti spesso in fuorigioco, negli ultimi 35 metri ci è mancata la qualità”.
Se l’obiettivo era avere un approccio più solido, anche questo è mancato, perché la legge del ‘fatal quarto d’ora iniziale’ puntualmente si è ripetuta, con un insieme di errori e superficialità nel contrastare le giocate degli avversari. “Il gol nasce da leggerezze nostre: quella palla non doveva arrivare in area in quel modo, si poteva impedire quello sviluppo”. E, aggiungiamo, Marietta avrebbe dovuto uscire meglio sul cross in area e tuffarsi con un po’ più di rapidità e decisione sul colpo di testa. “Rivedremo le immagini, non me la sento di addossare responsabilità ai singoli, anche se credo che quella palla che sbatte sul palo lo avrebbe superato comunque. Ci è mancato, e vale per tutti, più determinazione in questa situazione, che ha deciso la gara, ma anche in altre. Serve più carattere, più cattiveria, più attenzione e, invece, in alcuni momenti, lo ripeto, siamo stati troppo leggeri, soprattutto quando, per la singola partita e per i nostri obiettivi, bisognerebbe essere sempre perfetti in tutto”.
Fragilità in tutte le zone del campo, soprattutto in mezzo, “Dobbiamo prenderci più responsabilità. Non ci si può limitare a fare il compitino, non basta – insiste il tecnico – Lo devono fare i centrocampisti, nella costruzione della manovra, ma è un obbligo per tutti”. Può essere questa la ragione del cambio di Guidetti a inizio ripresa? “Ha fatto un buon lavoro di raccordo, ma aveva un fastidio muscolare e ho preferito non forzarlo oltre”. Però, prima di uscire, nell’intervallo, ha fatto ancora alcuni esercizi atletici con il preparatore, che per uno con i muscoli ‘affaticati’ non sarebbero consigliabili.
Appena sopra la media negativa Rota, centrale, e Galeandro, che però non finalizza
Lauro come Rebuffi: anche questa volta Lamesta è partito dalla panchina, eppure è uno dei giocatori che ha le accelerazioni e l’uno contro uno che, per chi deve sorprendere e arrivare di frequente in area sono una carta da giocare. “La mia è stata una scelta per garantire l’equilibrio: schierando Martignago, Galeandro e Cori dall’inizio il rischia era sbilanciarsi troppo. Per questo ho scelto Ghiozzi, che per caratteristiche può aiutare anche nella fase difensiva e ci sa dare velocità”. Resta, comunque, una rinuncia difficile da comprendere: meglio indirizzare la gara da subito e poi gestirla, non l’operazione inversa, specie quando c’è bisogno di punti per la salvezza.
Adesso Lauro deve rigenerare la squadra anche mentalmente. “I ragazzi sono abbattuti, perché le occasioni, nel secondo tempo, le abbiamo avute solo noi. Ho detto che apprezzo la prestazione, anche la disponibilità ad adattarsi ai moduli che abbiamo cambiato in corsa. Adesso abbiamo una settimana piena per lavorare insieme. Il tempo per conquistare il nostro obiettivo c’è”. Non così tanto, però.