Alessandria, 111 anni di amore vero
Tante le attestazioni dei tifosi nel momento più difficile delle ultime stagioni
ALESSANDRIA – Che si giocasse a calcio anche alla fine dell’Ottocento, ad Alessandria, è una certezza, la vicinanza con Genova, dove il movimento è nato, altre ‘contaminazioni’ con territori prossimi, sicuramente squadre che vincevano nelle prime competizioni, anche se il nome ‘Alessandria’, per identificare questi primi team, ancora non c’era.
Il 18 febbraio 1912 è il momento ufficiale, quello che segna l’inizio di una storia che continua a distanza di 111 anni, e con altri ancora davanti. Molti altri anni. E, oggi, dunque, è il compleanno dei Grigi, il primo della presidenza di Luca Di Masi in cui non ci sono maglie o eventi celebrativi. Motivi per festeggiare, guardando la classifica e pensando alle tante, troppe fatiche di questo campionato in salita impervia ancora prima di iniziare, che continua camminando con lo strapiombo sotto, a rischio caduta.
Non sarebbe la prima, in questi undici decenni, e sempre, l’Alessandria si è rialzata e ha ripreso a inseguire l’obiettivo più alto. Questo dà un po’ di fiducia, anche se la capacità di stare sempre sotto pressione non è di tutti, e non è questione di under o over, dipende dalle qualità, mentali e tecniche di ognuno, da come risuciranno a reggere a quelle che anche il nuovo tecnico Maurizio Lauro ha definito “undici finali“. Frase che, da queste parti si sono sentiti spesso ripetere: le finali, però, una o undici che siano, vanno giocate (e vinte) e bisogna essere adatti e preparati a farlo.
La saranno gli uomini che ora sono affidati a Lauro? Lo sarà Lauro stesso, che la categoria l’ha frequentata abbastanza da giocatore, ma un solo anno, l’ultimo, da allenatore. Perché bisogna saper stare in una piazza che ha tanta storia e blasone: storia e blasone non fanno classifica, è vero, ma aiutano a farla se si ha sempre la consapevolezza di cosa è la maglia grigia, di cosa deve esserci dentro a chi la indossa.
Dimostrare, ogni giorno, di essere Grigi vale per tutti quanti hanno un ruolo in questo microcosmo attorno e dentro il Moccagatta, in cui, in undici decenni, le fatiche, le sofferenze, le delusioni, le cadute e le ripartenze sono state superiori alle gioie. I tifosi continuano a dimostrarlo: oggi i messaggi sui social sono tantissimi, ciascuno a raccontare un legame così forte da essere indissolubile, indipendentemente dalla categoria.
E’ amore, che non dipende dalle lettere dell’alfabeto, che sia B (ferita recente), C (la categoria più frequentata) o D (che si deve evitare con qualsiasi mezzo). Un compleanno da pericolante, con un futuro incerto, in attesa di chiarezza. Già, la chiarezza: sarebbe un bell’aiuto per chi deve evitare, con ogni mezzo, la seconda retrocessione consecutiva, perché Alessandria e la sua gente non lo meritano. Partendo dalla sfida con la Torres di domani (14.30): si può essere d’accordo con Lauro, “non ci sono alibi“. Non possono esserci più.