Fabio Lavagno (Pd): «Dopo il gas, ora Amc 'rischia' anche per l'acqua»
«Amc ha sbagliato tanto in questi ultimi anni, ma non merita, per ignavia dei decisori politici, di perdere anchequesto ultimo…
Il dem preoccupato del peso che la società (dove il peso maggioritario è di Amc) avrà nel nuovo soggetto gestore del servizio idrico
CASALE – Il consigliere comunale Fabio Lavagno (Pd) torna, a una settimana di distanza, a interessarsi di Amc: «A quanto pare ci abbiamo preso. Una settimana fa abbiamo sollevato le nostre preoccupazioni sulla deriva a cui sarebbe andata incontro Amc nei prossimi bilanci per effetto della crisi di Energica e sul rischio di decisioni poco meditate sul futuro della gestione dell’acqua.
La discussione sul bilancio di previsione di Amc prevista nell’assemblea del 15 febbraio (mercoledì scorso ndr), infatti, è stata rinviata. Ha forse prevalso la preoccupazione di mostrare il primo bilancio in perdita del secolo della nostra ammiraglia?» si chiede il dem.
Fabio Lavagno (Pd): «Dopo il gas, ora Amc 'rischia' anche per l'acqua»
«Amc ha sbagliato tanto in questi ultimi anni, ma non merita, per ignavia dei decisori politici, di perdere anchequesto ultimo…
«L’assemblea è stata invece invitata ad esaminare e votare le decisioni da prendere in sede di Ambito per la gestione dell’acqua. Attualmente nell’ambito Piemonte 2 (da Alagna a Valenza), ci sono 5 gestori del ciclo idrico che entro Natale
devono diventare 1: il Gestore Unico. Am+, pur avendo un bacino di gestione relativamente modesto in termini di popolazione servita, registra tuttavia parametri di efficienza, solidità, valore complessivo della società di tutto riguardo. Cosa si fa? 3 anni fa si porta a completamento l’aggregazione tra Amc e Amv creando Am+, ottima cosa! Operazione che, tra l’altro, dava diritto ad una proroga della gestione di Am+ oltre il 2023, proroga mai chiesta, o mai concessa, mistero».
Prosegue Lavagno: «Un anno fa l’Autorità d’Ambito Piemonte 2 promuove un’istruttoria per la scelta della modalità di gestione del servizio idrico ed il successivo affidamento al gestore unico. Si tratta forse dell’ultima decisione strategica del mandato, ma con un anno a disposizione, non si è trovato evidentemente il tempo per una discussione in Consiglio Comunale sugli indirizzi da dare e la decisione è arrivata da Vercelli o da Biella: una delle 5 gestioni viene per il momento accantonata, si tratta di Asm Vercelli, società mista, le altre 4 sono interamente pubbliche. Per le 4 pubbliche si prova ad immaginare una aggregazione societaria, magari una per volta, a partire dalle istruttorie imbastite in passato, o dalle disponibilità manifestate? Niente affatto! Tra le 4 pubbliche si costituisce un Consorzio, una scatola vuota, (coordinamento, cooperazione, sinergie), ma ben vestita di cariche: presidente, consigli di amministrazione, amministratori delegati e direttori e, dove le quote delle singole società sono misurate non sulla base del valore e/o dell’efficienza societaria, ma unicamente sulla base del numero di abitanti serviti (serviti bene o serviti male, a quanto pare, non conta). Risultato: Am+, che per valori consolidati propri dell’azienda poteva ambire a rappresentare un 30 % delle quote del Consorzio, con potere di influenza determinante per tutte le scelte e per tutte le materie, si ritrova, con il criterio degli abitanti serviti, con un misero 13 % e con uno statuto che prevede, a regime, una maggioranza qualificata per le decisioni dell’assemblea del 70 %. Si è parlato tanto, a proposito di Energica, del rischio di svendita, ma svalutare consapevolmente, per scelta (e non per i capricci del mercato, come nel caso di Energica) il valore di un asset dal 30 % al 13 % che cos’è se non una svendita? “Però ci danno il presidente” dirà qualcuno. Bella consolazione. Alla fine, a un anno dal voto, meglio pensare ad un posto al sole!».