Casale celebra il Giorno del Ricordo: «Si faccia per sempre chiarezza»
CASALE - Nutrita, nonostante il freddo, la partecipazione stamani alla cerimonia per il Giorno del Ricordo ai Giardini Norma Cossetto…
La sezione cittadina contro il sindaco di Casale per le parole usate alla cerimonia di venerdì scorso
CASALE – «Quello che accadde con la pulizia etnica coinvolse ogni appartenenza politica della comunità italiana – aveva detto il sindaco Federico Riboldi rispetto ai tragici accadimenti del confine orientale – Si faccia per sempre chiarezza ricordando che nessuna giustificazione può essere posta per una pulizia etnica, si vedano con serenità ideologica quelle vicende, ci fu da parte del fascismo l’italianizzazione forzata ma quello che ne seguì fu volontà di slavizzare quelle terre e cacciare gli italiani, il loro olocausto sia nella memoria di tutti. Nei giovani si instilli la convivenza pacifica tra i popoli». Questo un estratto dell’intervento del primo cittadino di Casale lo scorso venerdì in occasione della cerimonia per il Giorno del Ricordo.
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Parole che non vanno giù all’Anpi cittadina: «Come sua consuetudine, il sindaco nel suo intervento ha posto la questione
delle foibe astraendola dalla vicenda storica assai più complessa che ha riguardato il martoriato confine orientale. Non torneremo su quelle complesse vicende, di cui abbiamo scritto nel nostro recente comunicato» spiegano.
L'Anpi sul giorno del Ricordo: «Rispetto, non oltraggio o propaganda»
L'intervento della sezione casalese
Il dente dolente è però un termine, Olocausto, usato da Riboldi per definire gli accadimenti che hanno riguardato giuliani, istriani e dalmati: «Il Sindaco ha inoltre usato, in un passaggio del suo discorso, il termine olocausto per definire la vicenda del confine orientale, quasi a voler trovare un’inaccettabile analogia con la Shoah. Ribadiamo che è compito di tutti che si faccia del Giorno del Ricordo un momento che contempli tutte le memorie: delle foibe, dell’esodo, delle stragi operate in Slovenia e Croazia e dei morti nei campi di internamento; una giornata di analisi storica e non di propaganda»