Ospedale ‘Galliano’: Vercellino presenta il piano di “irrobustimento”
Nel pomeriggio di oggi a Palazzo Levi l'elenco degli interventi previsti per il nosocomio termale
ACQUI TERME – Corposo e dettagliato il resoconto stilato dal direttore generale di Asl Al Luigi Vercellino in merito agli interventi e alle linee di investimento previste per l’ospedale di Acqui.
Un piano di «irrobustimento» – le cui basi erano state studiate da Asl Al nel 2021 con i collaboratori del Centro studi interaziendale di Management sanitario con la partecipazione dei dirigenti e gli operatori dell’ospedale – presentato nella Sala Consiliare di Palazzo Levi nel pomeriggio di oggi, martedì 14, frutto del tavolo di lavoro avviato lo scorso ottobre dal Comune di Acqui Terme – coordinato dal consigliere con delega alla sanità, Nicola De Angelis – con i vertici dell’Azienda Sanitaria provinciale. Alla conferenza di presentazione ha partecipato anche l’assessore regionale Marco Protopapa. Presenti in sala anche alcuni medici che operano nei reparti dell’ospedale ‘Galliano’ e molti sindaci del territorio acquese.
«Sono annunci che non rimarranno tali – ha sottolineato il sindaco Danilo Rapetti – ma che presto si concretizzeranno in fatti. In questi mesi abbiamo lavorato in maniera seria e attenta per enucleare le aree di maggiore criticità o di sviluppo. Abbiamo capito che non era possibile chiedere la luna per poi ricevere risposte negative. Ciò che si può ottenere, però, è che i servizi erogati dall’ospedale siano attentamente monitorati e che vadano verso un aumento delle loro prestazioni».
“Il ‘Galliano’ deve essere più appetibile”
Il direttore Vercellino ha illustrato, punto per punto, il piano di implementazione, non prima di aver ricordato le criticità che gravano (ormai da anni) sull’ospedale, «ovvero la carenza del personale medico. Purtroppo trovare professionisti che vogliano lavorare ad Acqui non è facile. Quello che ci preoccupa di più, però, è il calo degli infermieri. Un problema che si sta cronicizzando. In Asl stiamo lavorando con circa 100 infermieri in meno rispetto al necessario. Tra i concorsi c’è un tasso di rinuncia che arriva al 40%. Vorremmo fare tante cose per i nostri ospedali, ma l’organizzazione dei servizi deve tenere contro delle reali risorse umane a disposizione. Ciò che dobbiamo fare, però, è rendere più appetibili i nostri presidi, e questo è ciò che dobbiamo fare per l’ospedale ‘Galliano’».
Il piano di riorganizzazione
Cosa si sta facendo per dare corpo al percorso di irrobustimento dell’ospedale di Acqui? Si parte dagli interventi strutturali: «In ospedale si stanno eseguendo lavori per 1 milione e 360mila euro finanziati dal cosiddetto piano Arcuri, soldi spesi per il rifacimento della terapia intensiva, per l’ammodernamento della terapia subintensiva. Nel primo caso – spiega Vercellino – i lavori sono già stati conclusi, nel secondo sono ancora in corso. Ci sono poi gli interventi di ammodernamento del Pronto Soccorso, lavori che stanno per partire e che saranno conclusi entro l’autunno».
Per l’adeguamento delle normative antincendio l’Asl ha chiesto alla Regione 25 milioni di euro, «fondi che saranno spalmati su tre anni. È previsto inoltre un ulteriore investimento per l’adeguamento sismico, finanziato dal Pnrr per circa 9,5 milioni. È in corso l’affidamento della progettazione definitiva». I lavori dovranno necessariamente concludersi entro il 2026.
Capitolo attrezzature: «A oggi abbiamo acquisito una Tac da 128 strati, una macchina che consentirà una diagnostica di altissimo livello». Un investimento che si lega alla riqualificazione strutturale della Radiologia, «reparto effettivamente vetusto, sia in termini estetici che funzionali. Parliamo di lavori per circa 250mila euro. Oltre alla Tac abbiamo acquisito un mammografo digitale con cromosintesi, che entrerà in funzione entro maggio, ed è già in progetto l’acquisizione di una diagnostica digitale polifunzionale».
Sugli aspetti organizzativi: «Per l’Ortopedia abbiamo chiesto alla Regione il nulla osta per poter espletare il concorso per il ruolo di Direttore di Struttura Complessa in modo definitivo. Per la Cardiologia c’è già un progetto che prevede l’istituzione di alcuni ambulatori di secondo livello, in particolare l’ecocardio transesofageo, l’ecocardio da stress farmacologico e il follow up sulla sindrome coronarica cronica». Ambulatori che l’Asl avrebbe voluto attivare già lo scorso anno, «ma non è stato possibile a causa della mancanza di infermieri, problema che però contiamo di risolvere con il concorso che è stato attivato». Un altro ostacolo da superare è anche quello dei cardiologi: «L’attività non potrà essere svolta dai cardiologi di Casale – dichiara Vercellino – perché c’è la necessità di coprire il Dea di primo livello di Novi Ligure. Stiamo facendo dei concorsi, confidiamo che ben presto il progetto di cardiologia venga completato. Anche la copertura ‘h 12’ è un obiettivo prioritario, ma che potremo realizzare quando avremo un numero di cardiologi sufficiente».
“Pronto soccorso? Dal Ssn mancano i dipendenti”
Sarà realizzata anche la ‘Casa della comunità’, «prevista nei locali dell’attuale distretto. È stata finanziata con 1,5 milioni provenienti dal Pnrr, stiamo elaborando i progetti sia strutturali che dei servizi. Anche questa dovrà essere conclusa entro il 2026. Così come la Centrale Operativa Territoriale, la cosiddetta Cot, che è per noi un servizio nevralgico per la gestione e la presa in carico dei pazienti, soprattutto in un’area come quella acquese con una popolazione anziana molto incidente e che quindi ha bisogno di strumenti e regie di gestione dei percorsi dei pazienti».
In fase di valutazione gli indici di copertura territoriale per quanto riguarda l’Hospice, «servizio che vorremmo portare anche ad Acqui Terme».
Si chiude poi con quello che è stato uno degli argomenti più caldi degli ultimi mesi, ovvero “l’affaire” Pronto Soccorso: «Il Servizio Sanitario Nazionale – osserva Luigi Vercellino – ha ormai pochissimi dipendenti da poter affidare a questo tipologia di servizio d’urgenza. I casi sono due: o si decide di chiudere i Pronto Soccorso o si vanno a reperire le risorse laddove si trovano. Premesso che smentisco ulteriormente l’intenzione di chiudere il Ps di Acqui, il nostro sforzo si è concentrato sull’individuazione di soggetti esterni che potessero aiutarci con risorse proprie per il funzionamento del Ps. Il mercato dei cosiddetti “gettonisti” è fatto da due grandi categorie, le persone perbene e i “pirati”: ecco, noi stiamo mettendo quei paletti necessari a far sì che le persone che lavorano nei nostri Ps abbiano un livello qualitativo adeguato. Siamo prossimi, a ogni modo, all’emissione di una gara per la gestione dei servizi in Pronto Soccorso che avrà una durata triennale».