Comune – ‘ex Farm.Al’: l’ingiunzione da oltre mezzo milione e la delibera ritirata
La contesa è incentrata sui terreni su cui sorge la farmacia di Largo Catania. Oggi un nuovo atto della Giunta
ALESSANDRIA – Quale sarà il futuro dei terreni dove sorgono farmacia comunale e il punto tamponi di largo Catania?
Secondo la delibera di Giunta numero 24 del 7 febbraio 2023, i terreni potrebbero essere venduti a Farm.Al (società non più operativa, diventata ‘Alessandria Salute’) in virtù di un accordo proposto in sede di contenzioso giudiziale. Perché? Da una parte c’è un’ingiunzione del Tribunale alessandrino che dice che Farm.Al deve al Comune 540.971 euro; dall’altra la società che si oppone e dichiara di avere lei stessa dei crediti da riscuotere da Palazzo Rosso. La società, dunque, propone un accordo che la Giunta Abonante era decisa ad accogliere. Ma sarà davvero vantaggioso per gli alessandrini questo accordo?
La svolta
Qualche dubbio deve essere sorto, perché oggi, martedì 14 febbraio, la Giunta ha deliberato un nuovo documento che revoca quello del 7 febbraio e con il quale invia al Consiglio comunale tutti i riferimenti in merito. Nella delibera, si legge anche che è «necessaria una ulteriore analisi dettagliata di tutti i complessi atti di causa e contabili al fine di non escludere né un’ipotesi conciliativa né il proseguo del contenzioso con conseguente definizione giudiziale della vertenza».
La vicenda parte da lontano
C’è un’ingiunzione del Tribunale alessandrino che – accogliendo il ricorso del Comune di Alessandria – intima a Farm.Al (ricordiamo ora essere Alessandria Salute) di pagare poco meno di 541mila euro per quelle che l’Ente ritiene fatture non pagate. La società si oppone e rilancia: contesta le pretese del Comune chiedendo che si accerti, compensandolo, un proprio credito di 126.614 euro. E propone una definizione transattiva del giudizio che, a quanto pare, la Giunta avrebbe accettato, in prima battuta, con la delibera 24 del 7 febbraio.
Tra i vari motivi che avrebbero portato al «sì» la Giunta il parere dell’avvocatura del Comune (la stessa che ha presentato il ricorso tra il 2020 e il 2021) secondo la quale sarebbe meglio transare. Troppo difficile dimostrare i crediti vantati dal Comune, gli stessi per cui il Tribunale si era già pronunciato con una ingiunzione di pagamento.
E cosa diceva la delibera numero 24? Gli amministratori sono propensi a vendere all’ex Farm.Al il suolo pubblico – in parte oggetto di concessione d’uso (su cui sorge la farmacia di Largo Catania) e in parte oggetto di occupazione di suolo pubblico (area dove attualmente c’è il punto tamponi in largo Catania).
Un accordo che prevede da parte di Farm.Al al Comune di Alessandria il versamento di 250mila euro in un’unica soluzione al momento del rogito e di 58mila euro per i canoni di concessione scaduti e non corrisposti dal 2016 al dicembre 2022, e quelli fino alla stipula dell’accordo transattivo.
Le cifre
Con ricorso per ingiunzione del 4 settembre 2020 il Comune si era rivolto al Tribunale affinché volesse ingiungere alla Farm.Al srl di pagare la somma di 540.971 euro a fronte di fatture non pagate. Il 4 marzo 2021 il Tribunale, accolto il ricorso, intima a Farm.Al di pagare le somme. Il tutto viene notificato il 27 aprile 2021.
Farm.Al si oppone al decreto ingiuntivo contestando ogni pretesa dell’Ente: il Comune poteva avanzare al massimo un credito di 168.591 euro, e – sempre l’azienda – propone domanda riconvenzionale, al fine di veder accertato, riconosciuto e compensato un proprio credito di 126.614 euro riferito a fatture relative alla fornitura di farmaci acquisiti dal comune tra il 2008 e il 2012. L’amministrazione comunale si è costituita in giudizio rilevando di aver copiosamente provato il proprio credito.
Si legge nella delibera 24: «Nelle more del procedimento di opposizione, la controparte propone anche una definizione transattiva del giudizio. Ponendo delle condizioni: rinuncia da parte del Comune alle pretese di cui al decreto ingiuntivo; vendita da parte del Comune del suolo pubblico in parte oggetto di concessione d’usoe in parte oggetto di occupazione di suolo pubblico. La proposta d’acquisto poi passa da 150 mila euro a 250 mila dopo la valutazione dell’area da parte del servizio patrimonio e demanio. Oltre ai 58 mila euro dei canoni».
La delibera numero 24 era stata votata dal vice sindaco Enrica Barrera e dagli assessori Maria Cornara, Giorgio Laguzzi, Vittoria Oneto, Antonella Perrone e Michelangelo Serra.
«Accordo vantaggioso per entrambi»
«L’ipotesi transattiva – sottolinea Alessandria Salute, assistita dall’avvocato Federica Falco – al vaglio della Giunta è estremamente vantaggiosa per entrambe le parti, sussistendo un grave rischio di soccombenza processuale, anche parziale, per il Comune. Il processo pendente è particolarmente complesso nelle proprie motivazioni, sia di fatto che di diritto, e si sostanzia in una serie di eccezioni, mosse dall’attrice, in relazione alla non debenza delle somme richieste in quanto, innanzitutto, imputabili ad altro soggetto debitore e, comunque, rimesse o prescritte oltre che nella richiesta di pagamento, in via riconvenzionale, di ulteriori fatture».