Mario Pacelli in nazionale lituana
Prima convocazione nell'Under 19 per il talento tortonese che ha mosso i primi passi proprio qui in città
TORTONA – Si fa un po’ fatica a crederci, e la colpa è anche degli anni ‘bruciati’ nella pandemia di coronavirus: i giovani del 2006 sono già nel giro delle squadre Primavera e incominciano a muovere i primi passi anche nel calcio dei ‘grandi’. Fra di loro c’è un attaccante dell’Ascoli U17 con la cui maglia è già andato a segno quattro volte, Mario Gianluca Pacelli, che recentemente è stato convocato per uno stage della nazionale Under19 della Lituania – il paese d’origine della madre, e di cui lui ha la cittadinanza – dove ha messo in mostra tutte le sue capacità segnando due dei cinque gol con cui la sua squadra ha battuto gli avversari in una partitella in famiglia. Sembra tanto tempo fa, e invece sono passati solo tre anni da quando Mario giocava con i suoi amici sul campo di Mandrogne con la maglia dell’Sg Derthona nel campionato regionale piemontese GiovanissimiB.
“E’ stata un’esperienza fantastica – racconta Mario, raggiunto telefonicamente mentre sta aspettando l’aereo per tornare in Italia – ho trovato molta professionalità e un paese che sta investendo moltissimo nei giovani e nelle strutture per il calcio, costruendo anche nuovi stadi. Abbiamo svolto una tre giorni di allenamenti ed era uno stage di scouting per reclutare nuovi profili che possano essere adatti alla nazionale. Io mi sono comportato bene, sono piaciuto molto al mister che prima di tornare mi ha già confermato la mia presenza ad aprile in una doppia amichevole contro Malta per testarmi in un contesto internazionale. Eravamo ventisette giocatori, tre portieri e ventiquattro di movimento, e ci siamo allenati in un complesso sportivo poco conosciuto ma molto completo con campi da calcio, da basket – che qui è quasi una religione ed è molto più seguito del calcio – piste per l’atletica e piscine”.
Citando un detto americano, puoi portare un ragazzo fuori da Tortona ma non puoi portare il Derthona fuori dal cuore dei ragazzi che ci hanno giocato: “I valori che ho trasmesso sul campo prima con la maglia della Sampdoria e ora con quella dell’Ascoli li ho imparati nell’Sg Derthona nei miei primi anni da ‘calciatore’, e sono stati quelli fondamentali per potermi far arrivare dove sono arrivato: lo sviluppo tecnico, fisico, qualitativo è stato poi merito della scuole calcio professionistiche, ma senza certe basi non so se sarebbe stato altrettanto efficace”.
La storia di Mario è importante perché mostra ancora una volta come lo sport possa regalare un sogno a chiunque, anche senza dover per forza essere in una grande città o una squadra famosa: “Tutti possono partire da una piccola realtà: ho cominciato con il Villalvernia, poi sono passato all’Sg Derthona che è stata la mia dimensione perfetta, quella che si racconta sempre per far capire quando uno sta bene. Ho trovato allenatori capaci, compagni fantastici con cui abbiamo subito creato un gruppo, un direttore presente ed esperto: sono stati anni importanti, dove mi sono trovato benissimo e ho cominciato da lì un percorso che mi ha portato fino a questa convocazione: voglio ringraziare il mio primo allenatore Redi che mi ha insegnato i valori che dicevo, poi Monfredini sotto la cui guida sono cresciuto molto e abbiamo vinto il titolo regionale di categoria e il direttore Simoniello che mi ha sempre seguito”.