Fabio Lavagno (Pd): «Dopo il gas, ora Amc ‘rischia’ anche per l’acqua»
«Amc ha sbagliato tanto in questi ultimi anni, ma non merita, per ignavia dei decisori politici, di perdere anchequesto ultimo asset, dove non ha ancora sbagliato niente»
CASALE – Il consigliere comunale del Pd di Casale Fabio Lavagno ha presentato un’interrogazione a risposta in aula sulla situazione de servizio idrico integrato, in cui affidamento ad Amc è in scadenza.
L’esponente dem parte dai problemi di pochi mesi fa legati alla fornitura di gas e quindi ad Energica: «Dove eravamo rimasti sulla vicenda gas? Ah sì, “Noi abbiamo trovato una partnership commerciale per la fornitura di gas senza perdere un euro, questo è fare un buon lavoro!”. Era il 23 settembre 2022. Come è finita? Un certo numero di imprese casalesi è stato “invitato” da Energica a cercarsi un altro fornitore dal 1 gennaio 2023, o in alternativa a fornire fidejussioni, cioè pagare una tredicesima bolletta in anticipo, proprio in aggiunta al più grande rincaro di tutti i tempi. Altro che rilancio delle attività produttive! Stesso discorso per alcuni condomini, quindi persone giuridiche, ma anche persone fisiche, che si erano fidate alla protezione tipica della società pubblica e sono finiti sul libero mercato dei pescecani della crisi. Come se non bastasse, anche i comuni soci, proprietari di AMC, a sua volta proprietaria al 100 % di Energica, sono stati avvertiti per lettera di cercarsi un nuovo fornitore di gas, per il loro municipio, per le loro scuole e le altre varie strutture. E siamo a novembre 2022. Le elezioni sono passate, chi doveva vincere ha vinto, ma qui dov’è il miracolo del nuovo fornitore, se abbiamo dovuto mandar via i nostri migliori clienti? Come non bastasse, la gestione disinvolta di Energica, unita all’ignavia degli organi deputati al controllo societario e sulla società, porterà a ritrovarci, forse già sull’esercizio 2022, ma sicuramente sull’esercizio 2023, con bilanci di esercizio, anche della controllante Amc, in perdita. Accade per la prima volta in 20 anni e senza nessun beneficio o ristoro per i clienti finali rimasti, che anzi, stanno aspettando, con giustificata apprensione, il saldo dei consumi invernali».
Si arriva quindi al tema del giorno, l’acqua: «Con la “crisi sistemica” che ha investito la gestione dei servizi del gas naturale, la gestione il servizio idrico integrato diventa (rimane) il vero valore aggiunto del comparto Amc per qualità del servizio erogato, parametri di efficienza riscontrati, capacità di aggregazione di rami d’azienda contermini, prospettive di sviluppo della gestione pubblica del servizio pubblico per eccellenza. Ma c’è un problema: l’affidamento del servizio scade alla fine di quest’anno, il dominus delle decisioni in merito di affidamento non è il Comune di Casale ma l’Ente di Ambito Piemonte 2 e nell’ambito ci sono 4 società come la nostra, ma con caratteristiche diversissime tra di loro e un territorio di ben 172 comuni e 6 comunità montane che va da Alagna Valsesia a Valenza» spiega Lavagno.
Ed ecco il problema: «Per avere prospettive di proroga della scadenza occorreva valorizzare l’aggregazione completata (quella che ha dato origine ad AM+) e quindi proseguire con almeno un’altra aggregazione societaria cosi da raggiungere (o quantomeno sfiorare) il 50% del territorio dell’ambito servito ed acquisire i diritti di “soggetto aggregatore” di tutto l’ambito. Nulla di tutto questo è stato fatto: la valorizzazione (proroga dell’affidamento per effetto dell’aggregazione tra AMC e AMV, come facoltà prevista per legge) o non è stata chiesta, o non è stata concessa: in entrambi i casi ci vorrebbe una spiegazione. Quanto alla ulteriore aggregazione societaria, che ci avrebbe messo in sicurezza, ho ragione di credere, che in questi ultimi tre anni non sia stata nemmeno pensata e adesso è tardi anche per pensarci.
Certo, una qualche soluzione per imbastire una proroga dell’affidamento sarà trovata, magari copiata da qualche altro modesto esperimento già in corso presso altri ambiti piemontesi, ma sarà nel segno della creazione di aggregazioni formali e vuote tra i gestori, nella peggior tradizione italica, per aggirare la norma. Ci risiamo con i carrozzoni, con la moltiplicazione delle cariche e relative prebende, ma questa volta ci andranno di mezzo la buona gestione del servizio, forgiata negli anni duri dell’inquinamento dell’acquedotto ed il ruolo del Monferrato Casalese nelle decisioni che contano. AMC ha sbagliato tanto in questi ultimi anni, ma non merita, per ignavia dei decisori politici di perdere anche questo ultimo asset, dove non ha ancora sbagliato niente. Cercherò di portare la discussione su questo tema in Consiglio comunale, praticamente all’oscuro di tutto, attraverso un’interrogazione».