Villabella, folla per il no al biometano: «Il Comune da che parte sta?»
Ieri l'amministrazione comunale di Valenza ha incontrato la popolazione della frazione. Ecco come è andata
VALENZA – Un fuoco di fila di quasi tre ore. Era pieno il salone del circolo Simonotti di Villabella nella serata di ieri sera, decine e decine di persone, facile stimare almeno 150 gli intervenuti per incontrare l’amministrazione comunale. Le sedie sono tante ma non bastano, molti trascorrono la serata in piedi. Al tavolo dei relatori il sindaco Maurizio Oddone, che parlerà più di tutti, con a fianco l’assessore all’ambiente Paolo Patrucco, il vicepresidente del consiglio comunale Guido Capuzzo, la presidente del consiglio di partecipazione Danila Fabbri. Più avanti nella serata arriverà il vicesindaco e assessore all’urbanistica Luca Rossi. In prima fila ci sono anche le opposizioni, il civico Alessandro Deangelis e il dem Davide Varona. In platea non solo valenzani e villabellesi, ma pure rappresentanti di altri comuni coinvolti, volenti o nolenti, nella vicenda: c’è l’assessore di Mirabello Gabriele Garavello.
All’ingresso dei locali del ‘Simonotti’ ci sono i moduli per aderire al comitato No Biogas a Valenza. Gli accoliti hanno già superato le 100 unità, a fine serata saranno una ulteriore manciata in più.
La platea parte composta durante l’esposizione del primo cittadino ma, con il trascorrere dei minuti, il vociare aumenta, gli interventi dal pubblico prendono sempre maggiore intensità, raccolgono applausi, consensi, scaldano gli animi.
Il sindaco parte: «Le compensazioni richieste non sono dovute e non servono per la costruzione della piscina. L’impianto sorgerebbe in un’area già destinata alle attività industriali» dice. C’è una novità, una proroga, al 28 marzo, fissata nelle ultime ore dalla conferenza di servizi per le ulteriori contro-osservazioni della proponente, la Valenza Po Green Energy Società Agricola. Il primo cittadino ripercorre la vicenda, dalla prima pubblicazione del tema in albo pretorio, nel luglio del 2020, quando c’era un’altra amministrazione, fino al suo arrivo e poi fino ad oggi. «Abbiamo vietato il passaggio dei mezzi sul territorio comunale – spiega – si è individuato così un percorso alternativo, una strada con punti critici (la Sp63), parte integrante del progetto ne è l’ampliamento». Oddone cerca di smarcarsi: «Sulla costruzione dell’impianto è la Provincia che dà i permessi, abbiamo potuto chiedere quanto ci era consentito». Alla platea non basta.
Rompe gli indugi Anna Spriano, che guida il comitato e raccoglie il primo applauso: «Ho sempre promosso il territorio, ho un agriturismo a 700 metri. Non capisco come quella zona di campagna possa essere considerata industriale, porto avanti la difesa del mio lavoro, della mia casa. Dell’impianto ho saputo a novembre! Non voglio che la strada di Villabella diventi un’autostrada, la terra espropriata, le case deprezzate, la qualità di vita peggiorata. Lotto e lotterò, oggi in quel prato ci pascolano le mucche!».
«Che vantaggi ha Valenza?» incalza il pubblico. «Quell’area è (da piano regolatore, quindi almeno sulla carta nda) industriale» replica Oddone. Alla platea non basta ancora. Palla quindi all’assessore mirabellese Garavello. «Di tutto questo siamo venuti a conoscenza in fase avanzata, del discorso stradale dal comitato No Biogas. Il potenziamento della strada non è una nostra priorità, lì c’è una vocazione bucolica» spiega.
Incalzano i cittadini: «Siamo coinvolti da novembre ma lei sindaco non ci ha mai detto nulla, senza avviso ci scende sulla testa una cosa grossa, ci preoccupa il traffico in una strada con già decine di incidenti, a Casale si parla di rinaturalizzare il Po, qui di fare un impianto!». Oddone si difende: «Siamo sensibili ai temi ambientali – spiega elencando i traguardi della sua amministrazione – ma è stata identificata una strada non comunale, siamo ben disposti a collaborare ma questa non sarà una discarica».
La platea si scalda: «Quando pittura una panchina lo vediamo sui social, e questo ce lo fa cadere dall’alto? Ci prende per stupidi?».
Cominciano dal pubblico anche i politici. Davide Varona (Pd) torna al 2020, quando ancora in carica c’era la giunta di Gianluca Barbero: «L’amministrazione in quel luglio aveva fatto provvedimenti per rallentare il processo, come mai da ottobre 2020 (da quando c’è Oddone) non c’è stato un atto politico in consiglio comunale, condiviso da tutte le forze politiche? Una posizione formale e unanime in conferenza di servizi avrebbe un valore». Applausi anche per lui.
Tocca ad Ale Deangelis: «Per una variazione al Prg ci vuole coraggio – esordisce – la Provincia ha competenza, il Comune è un membro della conferenza, ma come già si fece mettere il semaforo, la Provincia può essere convinta a cambiare opinione. Ci sono tanti dubbi: l’impianto conviene a chi o a cosa? Non vorrei che questo creasse un precedente, sindaco torniamo in consiglio, in commissione, coinvolgiamo i comuni, prendiamoci un impegno. Ne vale la pena delle compensazioni?». La gente di Villabella annuisce concordando.
«Il digestato sarà compost d’eccellenza – prova a rintuzzare Oddone – fare un atto comunale non ci costa niente, il tempo prima della prossima conferenza (che sarà dopo il 28 marzo nda) ce l’abbiamo. Possiamo anche creare una commissione dedicata ma abbiamo poche frecce da sparare».
Il pubblico rumoreggia sempre di più. Si parla di rischi alla salute, del benessere dei bambini che frequentano l’agriasilo poco distante, di quelli dei centri estivi all’aperto.
Lungo e articolato l’intervento di Andrea Germonio, già assessore a San Salvatore e membro attivo del comitato: «L’iter in conferenza di servizi deve durare per legge 90 giorni, siamo a tre anni, il proponente presenta progetti copia-incolla, poi sono i tecnici della Provincia a lavorare per loro. Qui siamo tutti contrari ma dall’amministrazione c’è entusiasmo» esclama e raccoglie il primo applauso (di molti).
«Siamo danneggiati, le nostre case varranno zero! Faremo ricorso al Tar con soldi nostri e lo vinceremo» annuncia spiegando come, dal comitato, al momento opportuno sarà prodotta una relazione «che stronca tutto». Dietro ci sono legali e tecnici. «Quella zona è industriale solo sulla carta, l’iter doveva essere bocciato già 12 volte! Mirabello non ne sapeva niente, attacco la Provincia! Se quella che è industriale sulla carta così lo diventa sul serio poi arriveranno altri, a differenza del Comune noi ci siamo presi un consulente». Germonio batte sull’assenza di opzione 0, la dimostrazione del proponente che in quella zona sia meglio costruire l’impianto piuttosto che lasciarlo come è. «Lo ha chiesto Legambiente e la risposta non c’è, il consorzio rifiuti produce 8mila tonnellate di forsu e sono tutte usate, questo impianto è da 55mila! Non prendete per oro colato tutto quello che scrivono, speriamo di non arrivare al Tar ma se dovessimo vinceremo! La relazione che abbiamo ce la teniamo ben stretta, la presenteremo al momento giusto. In tutto questo dov’è la commissione del paesaggio?».
«Sindaco ci dica se questo impianto serve – incalza Anna Spriano – questa centrale non ha senso, mi appello al buonsenso. Aderite al comitato, spero che il Comune venga dalla nostra parte. Io (gestisce un agriturismo nda) sarò costretta a chiudere, la compensazione non è per me: il danno è economico, di salute, di bellezza. Assurdo che il cittadino si debba difendere con i suoi soldi e non lo faccia il Comune».
Si susseguono le voci dal pubblico. Prende la parola il vicesindaco Luca Rossi: «Asl e Arpa non obiettano, la Provincia ha tecnici dedicati. Se ci sono fatti che stroncano il progetto fateceli pervenire». Ancora Spriano: «Non capisco la posizione del Comune, con chi state? Vi chiediamo di bloccarlo, perchè il tecnico che paghiamo noi (come comitato) non lo paga il Comune? Non vi siete posti il dubbio?». «Ci affidiamo a quelli della Provincia..» la risposta di Oddone, ma la platea non si placa.
Tenta la mediazione finale la presidente Danila Fabbri, quando la mezzanotte è già dietro l’angolo: «Si decida un incarico a un tecnico terzo». Oddone tende la mano: «Ben venga, concordiamolo insieme». Aggiusta il tiro l’assessore Patrucco: «Meglio un legale?». «Scegliete e daremo l’incarico per avere una relazione che invieremo alla Provincia» concede infine il sindaco.
Fumata bianca? Forse grigia. Il comitato, che ingrossa le sua fila e porta a casa il consenso pressochè plebiscitario degli intervenuti, valuterà il da farsi con i suoi consulenti. Il rischio che si teme è che il presentare ‘oggi’ delle osservazioni dia tempo di effettuare correttivi. Ma quello che si vuole non è un impianto che rispetti crismi e prescrizioni, bensì che l’impianto non venga costruito affatto.
Per questo la guerra è ben lontana dal potersi dire conclusa.