Viaggi, social e gelosia
Correndo il rischio di dare i numeri, diamo qualche numero sul ruolo dei social media nel mondo del turismo con la speranza che il 2023, come già avvenuto per le prenotazioni online, riporti i viaggi al livello precedente agli anni della pandemia.
Rileva la ricerca Passport Online che più del 60% degli utenti pubblica foto quando si trova in viaggio, ma tale percentuale si attesta al 97% per i più i giovani e fin qui nulla di sorprendente: tra i tanti benefici che il digitale ha recato alle nostre vite non è secondaria è la fine delle famigerate serate passate di fronte alle diapositive altrui percui si può accettare a cuor leggero lo scorrere qualche post degli amici in vacanza. Come qualche cartolina spedita un tempo però quasi il 46% di chi ha partecipato a questa ricerca ha dichiarato di aver messo online tali contenuti con l’intento di fare ingelosire i propri follower e, per questo, il 40% dei Millennials scelgono una destinazione anche sulla base della sua “instagrammabilità”.
Se vi riconoscete in questi comportamenti, mettetevi ulteriormente alla prova con questi due dati: il 20% di coloro che hanno risposto alla ricerca hanno dichiarato di aver pubblicato la foto di un luogo con l’esplicito intento di rendere la propria vacanza più lussuosa mentre il 26% ha prenotato in strutture ricettive che mettessero in evidenza l’esclusività dell’esperienza. Lo fate anche voi?
Più della metà dei viaggiatori ha poi deciso la destinazione del viaggio sulla base di immagini e video consultati e quasi il 69% usa le piattaforme social per ragioni legate alle vacanze, in particolare Instagram (usato dal 67% degli utenti) e Facebook (29%). Fra le attività per le quali i social media sono più utilizzati vi sono la ricerca delle destinazioni (27%), degli hotel (23%), delle attività da fare (22%), delle attrazioni (21%), dei ristoranti (17%). Il 53% dei rispondenti poi non prenota in hotel che non presentano recensioni, ma solo il 46% ne pubblica a sua volta. Il 45% infine si fida delle esperienze condivise online da parte dei travel blogger. Con tutto spazio dedicato ai social, quanto tempo rimane per godersi la vacanza?
La trasformazione digitale nel settore del turismo non opera solo sul fronte dei modelli di business, ma investe pienamente tutti i momenti in cui la decisione del viaggiatore si forma dalle fasi di ispirazione e scelta ai processi di prenotazione fino a convivere con l’esperienza di vacanza grazie alla consultazione e alla pubblicazione di contenuti sui social media. Se, dal lato dell’offerta, la “instagrammabilità” di una destinazione è dunque diventata un fattore rilevante ed accresce la sua attrattività grazie al coinvolgimento dei content creators e dei turisti, anche dal lato della domanda si assiste, da parte dei turisti, ad un cambiamento dei comportamenti e ad una crescita delle aspettative nei confronti delle strutture ricettive e degli altri attori della filiera turistica. Il ritorno alla voglia di viaggiare dettato dalla fine della crisi pandemica ha avuto dunque luogo all’insegna di un ulteriore approfondimento digitale e social del viaggio e della sua organizzazione ed esperienza.
Secondo i dati presentati dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano, le prenotazioni online hanno rappresentato nell’incoming nel 2022 il 51% delle transazioni superando il 44% del 2019 e il 68% nei trasporti a fronte del 55% del 2019.
Nel contribuire al ritorno alla voglia di viaggiare, i dati internazionali sottolineano poi il ruolo dei social media e mettono in evidenza nuovi fenomeni legati alla scelta e all’esperienza della vacanza. Per quanto concerne TikTok, ad esempio la stessa Google ha confessato lo scorso agosto che il 40% degli appartenenti alla Generazione Z trae ispirazione per i propri viaggi non a partire dal motore di ricerca, ma dai video pubblicati sulla app e sta introducendo contenuti immersivi nei suoi servizi dedicati ai viaggi (ad esempio Google Maps) per colmare tale gap.