Siccità, siamo sempre in allarme
Le preoccupazioni di Coldiretti Alessandria. Fiumi in secca, a rischio il "Made in Italy"
“Solo quindici, venti giorni di pioggia consecutiva potrebbero riportare la situazione a livelli normali per il mese di febbraio con 150-200 millilitri. La situazione attuale sarebbe critica anche se fossimo a luglio“.
Così fa sapere Coldiretti Alessandria, preoccupata per la siccità che continua a interessare la nostra provincia. “Una condizione di magra invernale – continua l’associazione degli agricoltori – che riguarda i corsi d’acqua dell’Alessandrino dove le basse temperature e l’assenza di precipitazioni aggravano la situazione di siccità con fiumi e torrenti con rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate”.
Il Po è “sotto”
“L’anomalia climatica è evidente dalla situazione del fiume Po che si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico – diceil presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco – A rischio c’è un terzo del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale”.
Un intervento necessario anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo.
L’irrigazione infatti può fare la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo e per questo la Coldiretti ha anche avviato una partnership con Israele per rafforzare sempre di più l’impegno sull’hi-tech.
“Le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto – aggiunge il direttore Roberto Bianco – iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità ma a preoccupare, è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte, tra poco più di un mese partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche”.
Serve la pioggia
Per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo.
Se da un lato, infatti, il bel tempo di queste settimane ha permesso agli agricoltori di procedere nelle lavorazioni in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che può avvenire solo se in presenza di buona umidità. Per questo cresce la preoccupazione e in molti casi l’unica soluzione è intervenire con le irrigazioni di soccorso e quindi con un ulteriore aumento dei costi.