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Gli autotrasportatori che operano in Liguria minacciano il blocco, che avrebbe conseguenti pesanti anche sul basso alessandrino
GENOVA — Gli autotrasportatori che operano in Liguria minacciano il blocco: dopo aver subito i danni dei cantieri sulla rete autostradale, e in assenza di garanzie sulle procedure e sui tempi dell’indennizzo, sono pronti a serie di proteste che culminerà in un fermo della categoria.
Lo dicono i rappresentanti delle associazioni di autotrasporto ligure – Trasportounito, Anita, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Federazione autotrasportatori italiani, Fiap e Lega Cooperative – che hanno scritto una lettera ultimatum al sindaco di Genova, al presidente della Regione Liguria e al presidente dell’Autorità Portuale. Ed è ovvio che il blocco dei tir in Liguria potrebbe provocare gravi problemi anche nel basso alessandrino, oggi già in crisi per la situazione di A7 e A26.
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In assenza di una precisa definizione delle procedure e dei tempi di risarcimento, gli autotrasportatori procederanno a dichiarare alla Commissione di garanzia sugli scioperi i termini della protesta. Questa – come informa Trasportounito – è la decisione scaturita dall’assemblea generale delle associazioni di rappresentanza dell’autotrasporto ligure convocata per affrontare una situazione ormai oltre il limite di guardia.
L’autotrasporto denuncia la violazione degli impegni assunti dalle istituzioni in relazione ai 180 milioni di euro che facevano parte del Fondo da 1,5 miliardi erogato dalla società Autostrade per l’Italia a risarcimento del territorio di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. «Abbiamo atteso anche per troppo tempo e le imprese che operano nel nodo genovese non sono più in grado di sopportare gli extra costi generati dai cantieri – afferma Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito – Ora non ci resta altro che chiedere urgentemente il rispetto degli impegni e quindi delle garanzie che erano state fornite dalle istituzioni».
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