Imprese edili crescono, in calo quelle in agricoltura
Natalità-mortalità secondo le Camere di Commercio. Alessandria in crescita
Il contesto regionale è la sintesi di dinamiche differenti a seconda delle realtà: il nostro territorio fa registrare un -0,37%
Rallenta la nascita di nuove imprese (-8,3%) e aumentano le chiusure (+7,5%): in base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2022 siano nate 22.879 aziende in Piemonte, l’8,3% in meno rispetto alle 24.958 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2021, ma ancora il 9,2% in più rispetto al 2020.
Al netto delle 21.802 cessazioni non d’ufficio (il 7,5% in più rispetto al 2021 e solo lo 0,5% in meno del 2020), il saldo appare ancora debolmente positivo (+1.077 unità), fenomeno che segna la fine del rimbalzo posto pandemico.
Imprese edili crescono, in calo quelle in agricoltura
Natalità-mortalità secondo le Camere di Commercio. Alessandria in crescita
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2022 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 425.873 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle
imprese nazionali. Queste le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2022 che emergono dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere Piemonte sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
“I risultati che ci restituisce questo 2022, chiusi gli effetti economici della pandemia, sembrano descrivere un tessuto imprenditoriale che fa fatica a risollevarsi e a trovare nuovi stimoli per intraprendere nuove attività e nuove sfide – commenta il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia – A esser state colpite più duramente sono state le società di persone e le imprese individuali, meno strutturate per affrontare le crisi che abbiamo vissuto. E tra i settori si salva solo quello edile, mentre turismo, commercio, industria in senso stretto e agricoltura registrano tutti il segno meno. Le Camere di commercio non possono che continuare a sostenere i loro imprenditori, per creare e sviluppare la propria attività, soprattutto attraverso le strade dell’innovazione, del digitale e del ricorso al credito” .
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,25%, in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2021 (+1,1%), anno del rimbalzo; in ripresa rispetto al dato registrato – a causa del brusco stock pandemico – nel 2020 (-0,23%); migliore rispetto a quanto registrato nel 2019 (-0,35%) e ancora lievemente inferiore rispetto alla media italiana del 2022 (+0,79%).
Analizzando le dinamiche del tessuto imprenditoriale dal punto di vista della forma giuridica si evidenzia, in linea con quanto riscontrato a livello nazionale, una sostenuta espansione delle società di capitale (+3,01%) e una contrazione, più o meno accentuata, di tutte le altre realtà imprenditoriali. La flessione più intensa ha riguardato le società di persone, che hanno subito un calo del 1,19%, seguite dalle altre forme, con una flessione del 0,59%. Le ditte individuali hanno segnato una contrazione più contenuta, registrando un tasso di crescita del -0,15%.
Il rallentamento delle iscrizioni di nuove imprese e la contemporanea ripresa della crescita delle cessazioni ha inciso con intensità differente a seconda dei settori. In particolare va evidenziata la forte espansione segnata dal comparto edile, che mostra nel 2022 – così come avvenuto già nell’anno precedente, grazie anche agli incentivi che hanno caratterizzato il settore – il tasso di crescita migliore.
Il comparto delle costruzioni chiude infatti il 2022 segnando un incremento del 2,23%, seguito – con un risultato con il segno più – solo dagli altri servizi (+1,30%). Il turismo mostra una debole contrazione (-0,10%), mentre commercio (-0,91%) e
industria in senso stretto (-0,95%) segnano una battuta d’arresto di poco al di sotto del punto percentuale. La performance peggiore nel 2022 appartiene al comparto agricolo, il cui tasso di crescita si attesta al -1,5%.
Il contesto regionale risulta la sintesi di dinamiche differenti a seconda delle realtà provinciali considerate: Torino (+0,67%), Novara (+0,35%) e Asti (+0,24%) evidenziano ancora risultati positivi a differenza del resto del Piemonte. Vercelli segna un tasso sostanzialmente nullo (-0,09%), mentre Cuneo si attesta a un -0,20%. Cali più significativi caratterizzano Alessandria (-0,37%) e Biella (-0,69%). La flessione più accentuata appartiene, infine, al Verbano Cusio Ossola (-1,18%).