Il C.Al.Ca contro la rinaturazione del Po: «Si privilegi la sicurezza»
Pochi dei 357 milioni di euro stanziati verranno utilizzati per la concreta messa in sicurezza del bacino. L'appello a Giorgia Meloni e ai ministri
CASALE – Il C.Al.Ca., il Comitato Alluvionati del Casalese si scaglia contro alla ‘Rinaturazione del Po’, l’accordo firmato il 10 gennaio scorso in merito di finanziamento del Pnrr dal Ministero dell’Ambiente ad Aipo (Agenzia Interregionale del Fiume Po) e sostenuto dall’Unione Europea grazie al Next Generation Eu: 357 milioni di euro che verranno spesi al fine di “riattivare i processi naturali e a favorire il recupero della biodiversità del Fiume Po”.
Il comitato monferrino esprime il suo disappunto scrivendo direttamente al premier Giorgia Meloni e, per conoscenza, a tutta una serie di esponenti politici, dai ministri fino a scendere fino ai consiglieri comunali cittadini.
«Con questo documento il nostro Comitato desidera esprimere grande dissenso e contrarietà per questa scelta effettuata da parte del Governo precedente al suo; vero è che nel progetto di rinaturazione sono comprese alcune opere per migliorare parzialmente il deflusso delle acque ma queste opere non sono sufficienti per migliorare la sicurezza idrogeologica del nostro territorio, se anche il suo Governo confermerà questa scelta politica la troveremo non allineata alle aspettative dei nostri territori perchè per la concreta messa in sicurezza del Bacino del fiume Po vengono destinati pochi finanziamenti. Il nostro dissenso è supportato tra l’altro anche dalle dichiarazioni del segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale fiume Po (AdBPo) Alessandro Bratti dove nella parte finale del comunicato stampa datato 23 dicembre 2022 è riportato testualmente: “ …è fuor di dubbio che per la messa in sicurezza complessiva dell’asta del fiume e soprattutto delle arginature nelle aree maggiormente fragili occorrono altri e diversi finanziamenti che non rientrano nelle indicazioni ferree del Pnrr. A tal proposito il Segretario Generale dell’Autorità del Fiume Po Alessandro Bratti – ha ricordato come l’Autorità stessa cui compete anche la pianificazione e programmazione delle opere idrauliche abbia da tempo presentato un minuzioso elenco di priorità volte a rendere meno vulnerabili territori potenzialmente a rischio. “Il progetto dettagliato di manutenzione degli argini del Po è stato già presentato da AdBPo nel 2018 per un valore di circa 540 milioni di euro ed è costantemente aggiornato a seconda delle necessità, ma non è stato mai finanziato o preso in seria considerazione dai governi; oggi serve assolutamente una più forte capacità di adattamento alle nuove esigenze alla luce dell’ emergenza climatica e questo tipo di interventi sono diventati non delle opzioni rinviabili, ma vere e proprie priorità assolute per la sicurezza delle persone e dell’ambiente e come tali andrebbero seriamente considerate, senza rinvii sterili”.
Prosegue il Calca: «È necessario confermare che anche noi siamo favorevoli ad un miglioramento dell’ambiente fluviale ma qui si tratta di comprendere quali siano le reali priorità dei nostri territori. Alla prossima alluvione che avverrà in Pianura Padana cosa verrà risposto ai nuovi (o vecchi…) alluvionati? Con che coraggio si risponderà che la biodiversità del fiume è più importante delle imprese, dei beni, dei territori e delle vite degli abitanti di una delle zone economicamente più importanti d’Italia? Gli altri finanziamenti provenienti dal Pnrr per la messa in sicurezza idrogeologica del Piemonte sono irrisori e servono più che altro a ripristinare danni subiti nelle precedenti alluvioni ricordando che anche vicino a noi nell’ottobre 2020 l’argine a difesa del fiume Sesia è stato sormontato e spezzato come un grissino (il livello del fiume è salito di 9 metri in 12 ore!), si continua inoltre a non effettuare la manutenzione dei fiumi e si privilegiano le cave in aperta campagna anzichè favorire la pulizia dei fiumi per permettere il corretto deflusso delle acque […] Anzichè investire preventivamente a livello nazionale poche risorse tutti gli anni in progetti, opere e manutenzioni sui fiumi vengono spesi, dopo i disastri idrogeologici, miliardi di euro per riparare i danni subiti».
Si chiede un ripensamento: «Una doverosa riflessione sulla effettiva destinazione dei 357 milioni di euro derivanti dal Pnrr, come per altri ambiti ed investimenti europei crediamo che sia utile rimodulare la destinazione delle risorse verificando bene da parte vostra se vi sia ancora senso oggi privilegiare la rinaturazione e biodiversità del fiume Po a scapito della messa in sicurezza dello stesso fiume e dei territori circostanti. La “nostra” alluvione è avvenuta nell’ottobre 2000 e ancora oggi per mancanza di finanziamenti siamo a sollecitare ed elemosinare il completamento delle opere previste nella “fase 1 “… dopo 22 anni ha senso tutto questo?».