Il Duce, la Shoah e le leggi razziali
Le immagini, le parole e le strategie di persuasione messe in atto dal regime fascista, saranno il tema dell’incontro pubblico di domani intitolato “Razza nemica”
SAN SALVATORE – “Come è potuto accadere tutto questo?” è la domanda che, spontaneamente, ci si pone di fronte ad una situazione incomprensibile. Com’è possibile che, da un giorno all’altro, comuni cittadini, vicini di casa, trovarono le porte dei negozi, delle scuole, del lavoro chiuse?
È la domanda che si pone chi va in visita oggi a un campo di concentramento. Non “perché” ma “come”. L’antisemitismo che nasceva soprattutto dalla propaganda nel periodo del fascismo, oggi ci sembra così impossibile, eppure è un rischio considerarlo un problema lontano relegato a un diverso periodo storico.
Le immagini, le parole, le strategie di persuasione messe in atto dal regime di Benito Mussolini, in Italia, saranno il tema della serata intitolata “Razza nemica”, organizzata dal comune di San Salvatore. L’appuntamento è fissato per domani, sabato 28 gennaio, dalle ore 18, nella sala polifunzionale di San Salvatore (ingresso da piazza Caduti).
Questo incontro pubblico, è organizzato in occasione del “Giorno della memoria“, la ricorrenza internazionale che ricorda la spietata azione di sterminio degli ebrei perpetuata dalla Germania nazista, con la collaborazione di paesi come l’Italia che parteciparono attivamente alla caccia dei cittadini di origine ebraica, deportati e uccisi nei campi di concentramento.
“Razza nemica” racconterà come la macchina propagandistica del regime fascista riuscì, nella generale indifferenza e sottomissione degli italiani a imporre le leggi razziali e infondere nelle masse il pericolo della contaminazione della “razza italica”, menzogna nata dalla mente del Duce e sostenuta da un manipolo di pseudo scienziati e professori universitari votati all’indegna causa.
Introdotto dall’assessore Enrico Beccaria, il sindaco Corrado Tagliabue, qui, in qualità di professionista della comunicazione, racconterà ciò che avvenne dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938 in poi, le tecniche di persuasione più o meno occulte messe in atto dalla dittatura, utilizzando tutte le forme di comunicazione veicolate sui media dell’epoca, come manifesti, giornali, radio e cinema, attraverso l’uso strumentale di strampalate tesi scientifiche, immagini convincenti e di suggestione collettiva.
L’appuntamento di sabato, vuole dunque porre l’accento su come il regime, additando gli italiani di origine ebrea, fu spregiudicato nell’addossare loro gran parte dei problemi sociali, come la povertà in cui versavano molti italiani, ostacolando le unioni con persone di nazionalità diversa e la nascita di figli e il subdolo messaggio di “portatori di civiltà” che giustificava la politica di invasione armata da parte di Mussolini in Etiopia, Eritrea, Somalia e Libia. Una gigantesca macchina propagandistica i cui concetti venivano programmati e divulgati anche su una rivista il cui nome era un tutto un programma “La difesa della razza”, suscitando la diffidenza e paura nei confronti dello “straniero”. Un incontro che cercherà di rispondere alla domanda “come è potuto accadere tutto questo?”