Fiducia Comazzi: ‘Vedo la voglia di reagire’
Parla il nuovo capo allenatore della Novipiù. Idee, colloqui e mercato. "Ma niente colpi di spugna"
CASALE – Stefano Comazzi, 42 anni, torinese d’adozione, sposato (una figlia di 5 anni e un’altra in arrivo), appassionato di alta cucina, è il nuovo capo allenatore della Novipiù. Subentra, dopo esserne stato il vice, all’esonerato Andrea Valentini. Per lui è la prima esperienza da capo allenatore (il Monferrato dovrà ingaggiare un vice).
A Comazzi il club ha chiesto di portare il salvo la barca rossoblù (terz’ultima e in crisi di risultati). E lui è determinato a farlo, ma senza rivoluzioni.
Comazzi di lei si dice che sia molto preparato e molto esigente. Una volta si sarebbe detto “un sergente di ferro”. E’ così?
“Diciamo che sono esigente prima di tutto con me stesso. Ma sergente di ferro no… mi sembra esagerato”.
Come ha reagito la squadra in questi primi allenamenti?
“Nella squadra si respira un clima misto tra il dispiacere per l’esonero di Andrea e la voglia di reagire. Andrea Valentini era molto stimato dal gruppo e non aveva problemi con la squadra: il suo è stato un esonero figlio dei risultati. Dirò una frase fatta, ma l’esonero è una sconfitta di tutti. Ho visto la voglia di reagire nei ragazzi e un innalzamento del livello di attenzione”.
Come sta lavorando sulla psicologia del gruppo?
“Ho parlato alla squadra e sto facendo colloqui individuali con tutti”.
Domenica subito una sfida cruciale a Rieti…
“Una partita complicata. Anche loro si aspettano la stessa reazione dalla squadra. Sappiamo che si tratta di una partita complessa sul loro campo, non da dentro o fuori, ma quasi. Per noi è cruciale evitare il Girone nero e possiamo ancora farcela. Vogliamo la reazione ma siamo consapevoli di dover essere focalizzati e pronti per quando arriveranno le partite da dentro o fuori”.
Il calendario non aiuta: dopo Rieti e il turno di riposo, due match proibitivi con Cantù e Vanoli.
“Abbiamo di fronte un febbraio particolare. Sappiamo di dover affrontare partite chiuse nel pronostico con Cantù e Cremona, ma dobbiamo restare compatti e andare avanti”.
Come cambierà la squadra?
“Il confronto con Andrea è sempre stato totale, ho avuto lo spazio per proporre le mie idee al gruppo. Quando si subentra da vice è difficile portare il vento del cambiamento. Cercherò di sfruttare la voglia di riscatto del gruppo e portare avanti le nostre idee. Non si tratta di fare il colpo di spugna, ma di migliorare quello che stavano sviluppando”.
Novipiù in crescita fino al terzo quarto della partita con Cantù, poi in calo. Che idea si è fatto delle ragioni di questa crisi?
“Difficile dirlo. La sua ricostruzione a livello temporale ci può stare. Ma Treviglio a parte, siamo andati meglio con le prime della classe e abbiamo faticato di più con le squadre alla nostra portata. Vero che con Cantù ci siamo piantati, ma non dobbiamo avere quel tarlo. Dobbiamo avere la forza mentale di andare avanti. Con Urania (ultima vittoria, ndr) abbiamo fatto una bella partita. Sicuramente abbiamo perso delle occasioni con Juvi e Latina questo ci ha fatto perdere fiducia”.
Perché Lucio Redivo sta giocando in modo così deludente?
“In questo momento non voglio parlare dei singoli. Ma del gruppo squadra”.
I giocatori più giovani sono andati in difficoltà e questo è comprensibile. Ma quelli più esperti non hanno saputo aiutare nelle difficoltà.
“Io credo che i nostri giocatori di maggiore esperienza siano consapevoli che adesso devono fare un passo avanti”.
La società le ha dato la disponibilità ad andare sul mercato? Di cosa ha bisogno questa squadra?
“Sì, c’è la volontà della società ad assecondare le mie idee. Credo che a Rieti saremo questi, perché non c’è il tempo. La squadra ha manifestato delle difficoltà. E’ un po’ che si parla di mercato. Stiamo cercando di capire dove intervenire”.