‘Leo’ Lanza, volto del Casale tornato a parlare monferrino
Il paradosso nerostellato e il ventenne diventato veterano
CASALE – Essere capitano del Casale a vent’anni in condizioni normali sarebbe un orgoglio, ma nella stagione che la società nerostellata sta affrontando sembra essere una croce: eppure Leonardo Lanza (classe 2002) non si nasconde, e anzi rappresenta a pieno la voglia di rivalsa che accomuna molti elementi della giovane rosa che da novembre sta difendendo la maglia più bella del mondo.
Perché in mezzo a fantomatiche e presunte cordate americane che sarebbero interessate ad acquistare una società fortemente indebitata c’è sempre stato un gruppo di giovani – perlopiù casalesi – che non si è mai tirato indietro. Subendo anche sonore batoste (da mettere senz’altro in preventivo in un campionato come la Serie D) ma riuscendo a conquistare anche il primo punto domenica scorsa nella sfida contro il fanalino di coda Fossano dell’ex Viassi. E il merito è anche di un giovane veterano come Lanza che si è subito calato, insieme con i compagni, nella nuova realtà. Trovando continuità di rendimento e arrivando a segnare 3 gol consecutivi.
In mezzo alla bufera quella che gli si è presentata davanti è stata «un’occasione di riscatto per me come per molti altri». ‘Leo’ è entrato nel giro della prima squadra da giovanissimo con Francesco Buglio da allenatore. Poi una stagione in prestito, la scorsa, segnata dagli infortuni. E ora lo spazio per rimettersi in gioco, da leader emotivo e tecnico: «Sono molto felice per me e per come si sta comportando tutta la squadra, si sta rivelando un’opportunità per molti 2005 dell’under 19 che credo potranno dire la loro in questa categoria anche in futuro».
Anche perché la maglia del Casale comporta responsabilità a qualsiasi livello, e Lanza lo sa: «Per me è un onore, nonostante tutto. Da casalese, portare la fascia da capitano è comunque un’emozione, e vedere tanti giovani casalesi che difendono il nerostellato è emozionante». Si può parlare di un paradosso: l’iniziale gestione del Casale Fbc nato nel 2012 si era posta l’obiettivo di creare un’ossatura, dirigenziale e tecnica, puramente monferrina. Sono serviti un anno e mezzo di fantasie da megalomani, ingaggi di meteore provenienti da tutta Italia e una società ridotta alle macerie per riportare in vita l’anima casalese del Casale. Con tutte le difficoltà del caso.
Perché speculazioni societarie e sedicenti imprenditori stranieri non interessano a chi la faccia ce la sta mettendo «Anche se queste cose mi toccano dentro» ammette Lanza. Che domani tornerà al ‘Natal Palli’ (contro il Pont Donnaz) per la prima partita da quando l’impianto è gestito dalla Junior Calcio Pontestura. Con la consapevolezza che un’intera comunità sostiene questi ‘baby’ nerostellati. E magari, in futuro, ripartendo da gran parte di loro, senza cedere a sogni – o presunti tali – di palcoscenici da mille e una notte. Perché il rispetto e la dignità non conoscono categoria. E questo, ormai, lo si dovrebbe avere imparato.