Comunità Energetiche Rinnovabili, l’attacco di Deambrogio
Il segretario regionale di Rifondazione comunista contro il ministro dell'Ambiente
CASALE – La Regione Piemonte è stata capofila nel promuovere norme a favore della creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili «Ma il ministro per l’Ambiente in carica Gilberto Pichetto Fratin pare non avere assolutamente a cuore questa nuova esperienza, utile allo sviluppo della produzione democratica di energia non a fini di lucro».
L’attacco arriva ancora una volta dal segretario regionale di Rifondazione Comunista, il casalese Alberto Deambrogio, che prosegue: «La politica del Governo attraverso l’azione di Pichetto Fratin è davvero ignobile. A parole si dichiarano a favore delle innovazioni utili a cambiare marcia in campo energetico e ambientale, ma la loro prassi va da tutta
altra parte.
Sono in molti a lavorare contro la buona esperienza delle Comunità Energetiche. L’autorità per la Regolazione dell’Energia (Arera) si è già mossa per togliere di mezzo lo scorporo in bolletta, cioè la possibilità di un utente domestico socio di una Comunità di togliere dalla bolletta la quota di energia scambiata che fa capo a lui. Il ministro dell’Ambiente, poi, deve emettere un provvedimento per rendere operativo il decreto legislativo 199/2021, uno dei testi di riferimento con la legge 8/2020 per la costituzione delle Cer.
Queste due ultime leggi dicono chiaramente che per attivare una Cer, questa deve avere a disposizione almeno un impianto di produzione di energia da rinnovabili connesso alla rete dopo l’entrata in vigore delle norme citate (29 febbraio 2020 e 15 dicembre 2021). Pichetto Fratin ha invece dichiarato che i lavori di realizzazione dell’impianto devono essere avviati dopo la data di pubblicazione del suo decreto, che ancora non si è visto. Di più: l’accesso a nuove tariffe incentivanti sarebbe consentito solo per gli impianti che avviano i lavori ed entrano in esercizio successivamente all’entrata in vigore del decreto medesimo».
«Siamo alla beffa – ha concluso Deambrogio – all’inaccettabile presa in giro di tutte quelle persone, che hanno deciso di impegnarsi a fondo nella costruzione delle Cer successivamente al 29 febbraio 2020 (data dell’entrata in vigore della legge 8/2020). Un lavoro buttato alle ortiche: chi vorrà dovrà ricominciare da capo a realizzare altri impianti dopo la pubblicazione del decreto ministeriale. Credo che non si possa liquidare questa vicenda con la solita accusa alla burocrazia, la politica con i suoi atti deve essere messa di fronte alle sue responsabilità: così si affossano i cambiamenti necessari a
rivedere il nostro modello economico e sociale».