Ottobre è il periodo dei funghi e dei tartufi. L’evento più caratteristico è rappresentato dalla Fiera Internazionale del Tartufo di…
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I tartufi dell’Alto Monferrato
Vi avevo già parlato dei tartufi del Monferrato e nello specifico vi avevo fatto conoscere la valle Ghenza.
La valle Gheza si trova nel Basso Monferrato, tra Frassinello Cella Monte, Tre Ville. Carducci definì il Monferrato “La Toscana senza i cipressi”. Sapete che la Toscana ha due zone importanti per il turismo: le crete senesi e il chianti. La similitudine che viene riportata nel Monferrato paragonandola alla Toscana è che le crete senesi sono simili al basso Monferrato, con paesaggi arrotondati, orizzonti a perdita d’occhio, pochi boschi. Mentre il chianti molto simile all’Alto Monferrato, un paesaggio più alto, più chiuso e ricco di boschi.
Quindi, ricco di boschi, ricco di funghi e tartufi. Quindi ho creato un nuovo percorso che partendo da Montaldo Bormida si arriva a Trisobbio sulla via dei tartufi per richiudersi ad anello, dopo una visita al castello di Trisobbio e al suo concentrico, su Montaldo Bormida. Un bel percorso, ricco di bellezza paesaggistica e di cultura. Come hanno fatto i colleghi tartufai della Valle Ghenza, l’Associazione Tartufai Trisobbiesi ha creato una via con cartelli che illustrano nozioni e notizie di cultura dello sviluppo del Tuber Magnum, conosciuto come Tartufo Bianco.
Come potete vedere da questi due articoli, il nostro territorio è ricco di questo prodotto che recentemente ha avuto un crollo nelle quotazioni di mercato ma che prima di Natale veniva quotato fino a 600 euro all’etto.
I langaroli sono stati molto bravi a puntare su una conoscenza internazionale di questo prodotto della terra, ma sappiate che vicino a casa nostra si trovano eccellenti prodotti. Sul lavoro dei tartufai si basa un indotto economico di importanza assoluta. Pensate alla cerca, alla successiva collocazione del prodotto nel mercato per mezzo dei ristoratori, alle persone che si muovono per venire il loco a degustare il prodotto e partecipare alla “caccia al tartufo” come conoscenza del lavoro di questi cercatori.
L’Alto Monferrato sta diventando un punto di riferimento per il turismo internazionale. Investitori stranieri si sono impegnati nella gestione di strutture ricettive di lusso che accolgono turisti da tutto il mondo. A questa utenza straniera bisogna offrire servizi che possano attirarli a frequentare il territorio. Quindi si deve studiare il territorio, offrire loro emozioni originali e soprattutto documentarsi sulla conoscenza del luogo deputato alla visita.
Camminando per la via dei tartufi di Trisobbio, i cartelli ci spiegano le piante vocate allo sviluppo del tubero, le formazioni tartufigene nel sottosuolo, la cavatura del tartufo dal terreno e, attenzione, cosa da non sottovalutare, le descrizioni sono anche in inglese. Questo fa sì che accompagnando un gruppo di stranieri sul percorso, si possano avere anche nozioni tecniche direttamente sul tabellone installato su tutto il percorso. Dopo aver percorso la via del tartufo, entriamo a Trisobbio e puntiamo per una visita al parco del castello.
Prossimamente vi parlerò anche dei castelli del Monferrato, ma sappiate che la nostra concentrazione di castelli è superiore a quelli della Loira, zona blasonata e di conoscenza mondiale. Abbiamo più castelli a casa nostra che nella Loira dove tutti vanno a fare visita. Il concentrico di Trisobbio è veramente grazioso. Per opera del Gal Borba sono state fatte opere di consolidamento e restauro di alcune parti del concentrico vicino al castello che offrono un bel colpo d’occhio all’arrivo del mio nuovo percorso.
Abbandonato il castello mi dirigo verso il belvedere da dove vedo il punto di partenza e di arrivo della mia camminata: Montaldo Bormida. In circa 10 km posso offrire al mio escursionista straniero un colpo d’occhio al paese di Montaldo Bormida: sul sentiero trovo un forno che produce specialità dolciarie e di panificazione del luogo. Sembra la casetta delle fiabe, una casetta nel bosco che vende focacce, crostate, biscotti, pane. Poco più in là possiamo far conoscere il miele del territorio e fermarci alla cantina sociale per una degustazione di vini.
Le informazioni sulla cerca dei tartufi a Trisobbio con visita al parco del castello, al belvedere. Il tutto in pochi km. La bellezza di questo territorio sta proprio in questo: conoscere per far conoscere.