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Sei borghi dell'Ovadese oltre l'85%. Ma non è tutto perfetto
OVADA – «I dati in termini di performance ambientale ci stanno dando ragione». La conferma sulla bontà del lavoro portato avanti nel bacino Econet sul fronte della raccolta rifiuti è arrivata ancora da Legambiente. E l’Ovadese può vantare numeri di tutto rispetto: sei comuni (Cassinelle, Mornese, Carpeneto, Casaleggio, Trisobbio e Rocca Grimalda) oltre l’85% di differenziata a ridosso dei primi cinquanta nella nostra regione anche per produzione pro capite di rifiuti. Cremolino rimane al di sotto di questi valori per un’inezia. Un fatto che premia la decisione, adottata qualche anno fa ed entrata in vigore nel 2018, di mandare in soffitta i vecchi cassonetti stradali e passare al metodo “porta a porta”. Un passaggio che, seppur determinato dalla necessità di rallentare i ritmi di sfruttamento della discarica di riferimento per il nostro territorio, all’epoca generò grandi polemiche ed oggi, pur in presenza di alcune criticità, sembra digerito dalla grande maggioranza della popolazione.
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Perplessità iniziali
I dati in possesso di Econet, riferiti al primo semestre del 2022, confermano il livello di eccellenza già raggiunto in passato e registrato anche da Legambiente. Per il consuntivo dell’intero anno bisognerà aspettare ancora un po’. Al 30 giugno scorso la media di differenziata nell’Ovadese e nell’Acquese si attestava all’82.6%. Il centro zona spicca con una percentuale più alta: 83.6% con 77 chili di rifiuto pro capite. I piccoli centri presentano condizioni più favorevoli e registrano ottima disposizione di spirito da parte dei residenti. «Il 2022 è stato un anno di consolidamento – chiariscono Elio Ardizzone e Gabriella Morsili, rispettivamente presidente e direttrice di Econet – Nel 2023 non dovremmo registrare grossi scostamenti». Morsili ha vissuto l’infuocata fase iniziale, specie a Ovada, con le assemblee pubbliche organizzate per spiegare cosa si voleva fare e le obiezioni di molti cittadini. Ardizzone è entrato in gioco in un secondo momento, raccogliendo il testimone dall’ex presidente Anselmo Rinaldi, per mandare a regime la raccolta nei paesi più piccoli, occuparsi dell’introduzione del sistema misto (porta a porta nel concentrico e cassonetti con il badge nelle aree di campagna) chiesto a gran voce dalla maggioranza dei sindaci.
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Opportunità e crediti
Sullo sfondo rimane sempre il fenomeno degli abbandoni, molto visibile in particolare ai lati di alcune delle principali strade provinciali. Secondo quanto riferito dal Comune di Ovada, sul solo territorio cittadino nel mese di aprile, il dato si attestava su 14.7 tonnellate al mese tra recupero di quanto lasciato nei cestini stradali e quanto ritrovato sulle strade. «Oggi – ribadiscono da Econet – possiamo dire che il fenomeno si è ridotto di un 10%». Salgono invece le tariffe, per effetto delle decisioni adottate da Arera, l’agenzia di riferimento, che “penalizza” la parte variabile quella cioè legata al conferimento dell’indifferenziata con il bidone grigio. Di fatto il sistema funziona meglio nei centri più piccoli in presenza di condizioni più adeguate. «Nei piccoli centri – spiega il presidente Econet Elio Ardizzone – la raccolta stradale funziona benissimo perché viene controllata agevolmente». Peccato che l’apporto al sistema complessivo sia limitato rispetto a quello dei centri più grandi.
L’altro fronte sul quale essere più incisivi è quello del recupero crediti per assicurare sostenibilità al servizio.