Anuu: “Da rivedere le regole per combattere la PSA”
Una delegazione dell’Anuu (associazione venatoria dei migratoristi) è stata ricevuta al Ministero dell’agricoltura per discutere della peste suina da arginare (e come) e capire l’efficacia degli strumenti messi finora in campo, in generale, per il contenimento degli ungulati.
Il gruppo piemontese era molto alessandrino, con Alessio Abbinante, Presidente Regionale Anuu Piemonte, Paolo Pala, Presidente Provinciale Anuu Alessandria, Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato e Coordinatore provinciale di FdI, Claudio Leone, Consigliere della Regione Piemonte e Lorenzo Bevilacqua (tecnico faunistico).
ANUU Regione Piemonte ha cercato di mostrare come il protocollo europeo sia inadeguato alla realtà ambientale alessandrina. La richiesta è una estensione della zona di restrizione di fascia I (ex area buffer) “al fine di salvaguardare sia il mondo agricolo sia la prossima stagione venatoria”.
L’idea dell’associazione è quello di iniziare gli abbattimenti partendo dal versante più orientale e fino a giungere progressivamente a ridosso della famosa rete di protezione. “Saranno quindi gli animali abbattuti (pur non destinati all’autoconsumo) a fornire dati essenziali per determinare la presenza e diffusione del virus”.
Efficacia dei metodi
Secondo i dati ISPRA in media in Italia si abbattono 300 mila cinghiali l’anno di cui l’86% durante la stagione venatoria. Il contenimento incide per un 9% e di questo solo la metà con gli interventi a singolo. Anuu commenta: “Il contenimento, visto come la panacea per la PSA incide meno del 5% sugli abbattimenti. Per questo motivo, dato che la normativa lo prevede e considerate le caratteristiche orografiche del territorio, è necessario che si faccia con l’ausilio dei cani”.
Il depopolamento, altra vexata quaestio, è stato eseguito in aree del tutto estranee alla PSA, invece di essere concentrato dove realmente serviva. L’associazione pone la questione sull’utilità e sull’efficacia dei metodi finora utilizzati per arginare la piaga: “Abbiamo chiesto che chiesto che le risorse impegnate vadano dove occorrono davvero, onde scongiurare il rischio di non arginare il contagio, non riuscire a contenere i danni e mettere fine alla caccia al cinghiale”.