I 100 anni di Giorgio Ottolenghi, simbolo della Casale ebraica
Era riuscito a scampare alla Shoah, rifugiandosi in Svizzera. Nel 1945 aveva poi fatto ritorno nella casa di famiglia in città
CASALE – «Avevo 15 anni e sentivo che qualcosa di irreparabile stava per succedere nella mia vita». 14 dicembre 1938: in Italia vengono approvate le prime leggi razziali. Il casalese Giorgio Salvatore Ottolenghi è appena un adolescente, di origine ebraica. Ieri, 18 gennaio 2023, invece ha compiuto cent’anni, ma i terribili momenti della Shoah ancora li ricorda.
Per più di sessant’anni presidente della comunità israelitica casalese, Ottolenghi ha ceduto il testimone a Elio Carmi nel 2020. Per festeggiare l’importante traguardo raggiunto la comunità ha organizzato una ‘festa’ online, un collegamento virtuale con piazza San Domenico, la casa di famiglia, dove Giorgio vive insieme alla moglie Adriana.
Proprio intorno a quest’abitazione si sono svolte le terribili vicende di cui il giovane casalese è stato testimone. Nel 1943, con l’aggravarsi della situazione in Italia, la famiglia era stata costretta a mollare tutto e scappare in Svizzera. Avevano fatto ritorno nel 1945, ma tutto era cambiato. Giorgio però da allora si è impegnato a rimettere insieme i pezzi e soprattutto a far sì che la memoria della Shoah in città non venisse meno.
Nel 2014 ad esempio aveva collaborato anche insieme all’Istituto Balbo ad un video negli archivi scolastici ripercorrendo quei momenti attraverso ‘la carta e l’inchiostro’.
Alla festa in streaming ha partecipato la presidente Ucei Noemi Di Segni: «Porto l’abbraccio dei 25.000 iscritti all’Ucei e delle 21 comunità italiane. I tuoi 100 anni non sono solo i tuoi, sono anche i nostri per quanto tu hai dato alle Comunità, alla tua Città e all’ebraismo». Tra i tanti intervenuti anche rav Ariel Finzi, Rabbino, capo della Comunità ebraica di Torino, la sorella minore di Giorgio, Fulvia in collegamento da Israele, e naturalmente Elio Carmi, presidente della Comunità Ebraica di Casale. «Come Giorgio non c’è nessuno – conferma Elio – in 60 anni di presidenza ha cavalcato la modernità della Comunità di Casale. E’ stato la nostra fortuna, siamo una squadra fatta di poche persone, ma con una forza enorme, per questo continueremo a esserci, materialmente e ebraicamente. Giorgio continua a essere presente nella continuità di quello che facciamo. Io sono orgoglioso e fraternamente commosso di essere vicino a lui».