Nascita del fascismo in provincia: se ne è parlato a Palazzo Robellini
Venerdì 13 l'incontro con gli autori di 'Quaderni di storia contemporanea"
ACQUI TERME – Nel pomeriggio di venerdì 13 si è svolto il primo appuntamento del ciclo di appuntamenti culturali dedicati per riflettere sui temi della shoah e della deportazione in vista del Giorno della Memoria (27 gennaio).
Nel corso del primo incontro a Palazzo Robellini si è discusso della nascita e sviluppo del fascismo in provincia di Alessandria, con gli interventi di Fausto Miotti, Roberto Livraghi, Vittorio Rapetti, tra gli autori della rivista “Quaderni di storia contemporanea” che ha dedicato al tema l’intero numero 71 del 2022. Al confronto, moderato da Roberto Rossi, presidente provinciale dell’Anpi, hanno partecipato anche le autorità comunali.
“Più che di una crisi della democrazia – ha spiegato Roberto Livraghi analizzando i primi segnali sociali che portarono poi alla nascita del fascismo in Italia – con l’avvento del fascismo io parlerei più che altro di una crisi del liberalismo, perché lo Stato liberale nei primi anni del Novecento non era esattamente un capolavoro di democrazia. In quegli anni vi furono già diversi gravi momenti di crisi. L’Italia, poi, esce dalla vittoria della Prima Guerra Mondiale molto malconcia. Anche la provincia di Alessandria conosce esattamente tutti i diversi fenomeni conseguenti alla cosiddetta vittoria mancata: tensioni sociali, economiche, la fame, inoltre c’è il malcontento di una categoria numerosissima che era quella degli ex combattenti. Mutilati, invalidi, sani: tutti tornano a casa con delle serie problematiche. L’esistenza di una realtà come l’Associazione Nazionale Combattenti traduce questo malessere dapprima in una presenza associativa e poi per un certo periodo anche in una presenza politica di affiancamento del fenomeno fascista”.