Roccaverano Dop: “Per le aziende un 2022 davvero tormentato”
Garbarino: "Tante soddisfazioni per la qualità del prodotto, ma anche tante emergenze"
ROCCAVERANO – Se da una parte il 2022 del Consorzio per la Tutela della Robiola di Roccaverano è stato denso di soddisfazioni, dall’altra non sono mancati i segnali d’allarme.
«Per il Consorzio – spiega il presidente Fabrizio Garbarino – quello appena passato è stato un anno in chiaro-scuro. Alle tante attestazioni di qualità, infatti, si sono purtroppo affiancate emergenze che stanno condizionando pesantemente la filiera».
Il clima che stravolge la produzione
Dal clima sempre più arido e siccitoso al rincaro delle materie prime e delle utenze, con il conseguente aumento dei costi di alimentazione degli animali, «problematiche con cui realtà produttive contenute come le nostre devono fare i conti ogni giorno. I macchinari che utilizziamo hanrato, no un impatto importante sul fatturato, per non parlare della carenza dei pascoli». Se piove poco o nulla, infatti, l’erba di cui si alimentano le capre fatica a crescere o termina in fretta. «Proprio per le insolite condizioni climatiche quest’anno ci siamo trovati nella condizione di avere una più alta produzione di formaggio a ottobre che non ad agosto, quando pascolare era quasi impossibile per il caldo eccessivo». Come se non bastasse, ci si è messa anche la peste suina, «che di fatto – aggiunge Garbarino – ci ha limitati parecchio perché molte aree boschive sono state interdette al pascolo».
Un 2023, quindi, che per le aziende produttrici inizia con tante (troppe) incognite: «Se non ci saranno segnali positivi il rischio è che diverse aziende possano addirittura chiudere i battenti. Come Consorzio – conclude il presidente Garbarino – stiamo facendo e faremo il possibile per tutelare il valore dei nostri prodotti, oltre che la filiera».