Ticineto, in arrivo 25 richiedenti asilo. Il sindaco: «Sconcertato»
Il centro dovrebbe intraprendere l'attività la prossima settimana, il primo cittadino si appella ad Amich
TICINETO – Lunedì mattina l’Ufficio Immigrazione della Prefettura ha contattato il sindaco di Ticineto Cesare Calabrese per una comunicazione informale circa l’imminente attivazione di un centro di accoglienza nei locali di via Vittorio Veneto 17 che, dalla prossima settimana, potrebbe ospitare fino a 25 richiedenti asilo.
A darne notizia è lo stesso primo cittadino del paese: «Sorpreso e sconcertato dalle modalità con cui ho appreso questa decisione, ho immediatamente richiesto alla Prefettura l’attivazione di un tavolo tecnico per conoscere i dettagli di quanto sopra, richiedendo nel frattempo di fermare ogni trasferimento presso il nostro Comune. Nonostante l’assicurazione di un’immediata attivazione da parte della cooperativa venuta in questi mesi in possesso dell’immobile in oggetto – cedutole da privato cittadino a totale insaputa dell’amministrazione e degli uffici comunali! – per consentirmi di eseguire gli opportuni sopralluoghi, in data odierna non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione – né formale né informale – da parte della suddetta cooperativa».
Calabrese motiva la sua contrarietà: «Dato l’impatto che comporterebbe il verificarsi di una tale ipotesi, ritengo doveroso rendere noto ai cittadini le azioni fin qui intraprese, nonché sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle possibili criticità di tale decisione. In primo luogo, ho chiesto nuovamente in mattinata alla Prefettura di poter ricevere comunicazione formale di cosa stia accadendo nell’edificio, avendo contezza di chi è promotore dell’iniziativa, a quale titolo, con che fini e con quale progetto. In secondo luogo, ho contestualmente reso nota la situazione ad Asl e Vigili del Fuoco chiedendo un sopralluogo congiunto al fine di verificare la sussistenza dei requisiti di idoneità necessari. Qualora fosse confermata l’ipotesi dell’inserimento di 25 persone all’interno dello stabile, ritengo doveroso porre all’attenzione della comunità allargata, oltre che come già fatto alle autorità competenti, le inevitabili criticità in termini di vivibilità all’interno dell’edificio, di gestione dell’ordine pubblico e di inserimento sociale. A prescindere dall’agibilità, la coabitazione di un numero così elevato di persone all’interno di un edificio progettato, da quanto apprendo, per tre nuclei familiari, pone inevitabili dubbi sulla qualità della vita che potrebbe essere garantita a queste persone. Da un punto di vista di ordine pubblico, ritengo fondamentale considerare la presenza già significativa di richiedenti asilo nei comuni limitrofi, con conseguente aggravio dell’onere per le forze dell’ordine a livello territoriale. Infine, risulterebbe estremamente complessa la sostenibilità operativa ed economica del processo di integrazione di 25 persone (su un comune di soli 1300 abitanti) che, prive di lavoro, andrebbero ad aggravare ulteriormente la gestione dei bisogni sociali della comunità senza adeguate risorse. Questo episodio, che si sta verificando casualmente presso il nostro comune, credo debba far riflettere sulla necessità di una gestione più oculata e in grado di coinvolgere davvero gli amministratori locali su scelte che impattano il proprio territorio di riferimento. Inoltre, a destare forte perplessità sono la disinvoltura e l’approccio speculativo che spesso portano privati cittadini, proprietari di immobili in comuni lontani dalla loro residenza, ad agire senza tenere conto degli effetti generati sulle comunità locali. Con riferimento in particolare a questi passaggi conclusivi, sono certo che l’onorevole Enzo Amich, in qualità di rappresentante del nostro territorio e fin da subito attivo al nostro fianco, si unirà a questo appello sensibilizzando il Governo nazionale ad intervenire con urgenza su questi temi».