Odalengo Grande, dopo 7 anni l'intitolazione per Rita Atria riaccende lo scontro
La diciassettenne testimone di mafia si suicidò nel 1992
A ottobre 2013 la votazione unanime del consiglio. A oggi ancora nulla di fatto
ODALENGO GRANDE – Continua la querelle legata a Rita Atria ad Odalengo Grande. Il 21 ottobre del 2013 il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità una mozione, presentata dagli allora consiglieri Andrea e Daniele Zanello, di intitolare un luogo, la sala consigliare, alla diciassettenne testimone di mafia che, pochi giorni dopo l’attentato al giudice Paolo Borsellino, nel luglio del 1992, si era suicidata sentendosi abbandonata dalle istituzioni.
Da allora però nessuna intitolazione ha avuto luogo, un tema sul quale Andrea Zanello torna, ciclicamente. Lo aveva fatto più di due anni fa e ancora lo scorso settembre.
Odalengo Grande, dopo 7 anni l'intitolazione per Rita Atria riaccende lo scontro
La diciassettenne testimone di mafia si suicidò nel 1992
Il sindaco Fabio Olivero, in carica dal 2011, in quest’ultima occasione, aveva ammesso: «Ha ragione Zanello, abbiamo preparato la delibera di intitolazione ma manca ancora la targa e l’organizzazione di una cerimonia, il ritardo è dovuto alle molte incombenze ma provvederemo a breve con l’apposizione della targa. Per l’inaugurazione provvederemo poi in un secondo momento».
Rita Atria: da nove anni a Odalengo si attende per l'intitolazione
Il proponente della mozione votata all'unanimità, Andrea Zanello, attacca il sindaco che ammette: «Ha ragione»
Andrea e Daniele Zanello, ex consiglieri comunali, a distanza di qualche mese, tornano alla carica con una dura accusa al primo cittadino: «C’era una volta un sindaco che raccontava un sacco di bugie… Potrebbe essere l’inizio di una bella favola, invece è la triste realtà… Sono ormai passati 100 giorni dall’ennesima bufala del sindaco burattino ‘Pinocchiolivero’, in cui sosteneva: “Provvederemo a breve con l’apposizione di una targa”. Magari per la targa è voluto andare di persona alle cave di marmo di Carrara, ma anche a piedi una decina di giorni sono più che sufficienti (sono neanche 300 km…). Non ha i soldi? Dobbiamo fare una colletta? Fatto sta che della targa non c’è ombra, ma non avevamo dubbi. Quello che non capiamo è come ha fatto il Comune di Napoli, a soli 9 giorni (non settimane, non mesi, non anni…) dalla morte di Maradona (25 novembre – 4 dicembre 2020), a intitolargli lo stadio. Qui sono passati oltre 9 anni e 2 mesi, ma ancora nulla. Provvederemo noi ad apporre il seguente cartello: “Il 21 ottobre 2013, i consiglieri comunali Andrea e Daniele Zanello avevano presentato una mozione per intitolare la sala consigliare alla memoria di Rita Atria, la diciassettenne testimone di mafia, suicidata sentendosi abbandonata dalle istituzioni dopo l’attentato al suo amico Borsellino. La mozione era stata approvata all’unanimità. Dopodiché più nulla… Dapprima l’intitolazione è stata spostata per iniziativa del sindaco in una zona isolata, vicina al campo sportivo. Poi scuse su scuse, bugie, pretesti… In questo modo, però, dopo 9 anni e 3 mesi di attesa, è come se la memoria di Rita Atria fosse stata di nuovo distrutta a martellate, come fece sua madre quando la ripudiò. Solo usando gli strumenti più subdoli dell’oblio, invece della violenza distruttiva. Con indignazione profonda» concludono i due nella loro dura invettiva.