L'assassino di Fabio Campagnola nega il crimine
L'avvocato corregge il tiro e parla di legittima difesa
La notizia della sua scarcerazione si è rivelata un falso. Domani la famiglia del monferrino vola in Brasile
CASALE – La notizia, battuta da alcuni siti di informazione brasiliani nel corso del pomeriggio italiano, circa la scarcerazione di José Pereira Costa, assassino del monferrino Fabio Campagnola, si è rivelata un falso.
«Si trova in custodia cautelare in carcere da ieri – spiega l’avvocato Claudio Falleti, esperto di tutela degli italiani all’estero al quale la famiglia di Campagnola si è rivolta, in costante contatto con i colleghi brasiliani – si trova in stato di arresto e addirittura il procuratore sostiene che le immagini delle telecamere di videosorveglianza siano inequivocabili. Ribadisco, non è libero!».
Intanto la famiglia di Fabio Campagnola, l’imprenditore monferrino 52enne ucciso a colpi di pistola a Marechal Deodoro (Brasile) nel pomeriggio di martedì scorso, partirà domani, sabato, alla volta del Brasile.
Uno dei membri della delegazione è il fratello minore del casalese, Nicola, che racconta questi giorni di estremo lutto ma anche di frustrazione e rabbia, in luce delle notizie che arrivano dall’altra parte dell’oceano Atlantico: «L’avvocato Falleti è in continuo contatto con la Farnesina, faremo tutto quello che lui ci consiglierà di fare, sicuramente ci costituiremo parte civile nel processo».
L'assassino di Fabio Campagnola nega il crimine
L'avvocato corregge il tiro e parla di legittima difesa
Il motivo del viaggio è presto spiegato: «Il problema è la distanza, siamo in contatto con telefonate e Whatsapp ma solo una volta che saremo là capiremo come muoverci. Dietro alla vicenda ci sono, oltre alla Farnesina, anche l’onorevole Enzo Amich e il sindaco Federico Riboldi – prosegue il fratello della vittima – Solo un folle o un corrotto potrebbe definire legittima difesa quello che è successo, questo omicidio non può rimanere impunito».