Fornaro 'interroga' sull'Acqui-Ovada-Genova
Il deputato di Articolo 1 e gli investimenti Pnrr dedicati alla linea ferroviaria
Ritocco al rialzo per biglietti e abbonamenti
OVADA – «Nonostante i disagi che vediamo tutti i giorni biglietti e abbonamenti sono cresciuti ancora». Dovrà essere un anno di risposte il 2023. Il fronte è quello del trasporto pubblico tra Piemonte e Liguria e in particolare della situazione su un’Acqui – Genova sulla quale le nubi sono spesse e nere. Il 2022 è terminato con la notizia dell’ulteriore soppressione (temporanea fino ad agosto) di una coppia di collegamenti della tarda mattinata per permettere le circolazione di più merci dirottati da altre tratte. Nel frattempo il collegamento in partenza dalle 11.51 da Ovada è stato anticipato per venire incontro alle esigenze di chi viaggia. La partenza da Acqui è prevista alle 10.56, l’arrivo a Brignole alle 12.51 con venti minuti di anticipo, peraltro con tempi di percorrenza eloquenti.
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Tavolo tecnico
Lo sguardo di chi viaggia è puntato al 19 gennaio. In quella data è fissata la riunione tecnica in cui si parlerà anche degli 87 milioni di euro sbloccati con il Pnrr che da tempo fanno discutere. A tirare le fila dovrà essere Augusto Sartori, nuovo assessore ai Trasporti di Regione Liguria che ha ereditato la patata bollente dal predecessore Giovanni Berrino. «La nostra richiesta è sempre la stessa – chiarisce Fabio Ottonello, presidente del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – Il doppio binario nelle stazioni di snodo permetterebbe di rendere la circolazione più agevole, accorciare i tempi di percorrenza». Rfi non ha inserito l’ipotesi tra gli interventi previsti che hanno scontentato viaggiatori e sindaci, pronti a farsi sentire. «Quest’occasione – avvertono – non si riproporrà». Per questo il piano di restyling delle stazioni appare inadeguato, oltreché inutile.
Acqui-Ovada: buone notizie per i pendolari (e non solo)
Fornaro: "Dal Pnrr 87 milioni euro per linea ferroviaria diretta a Genova"
Nel frattempo i costi a carico di chi viaggia crescono. Con l’inizio dell’anno il mensile è passato da 76 a 78.5 euro. Un boccone davvero amaro da inghiottire.