Peste suina: tre nuovi casi in provincia
Prima positività a Cartosio, accertati nuovi casi anche a Ponzone e Rocca Grimalda
Nuovo caso in provincia di Alessandria. Il presidente Allasia: "La proroga dello stato di emergenza aiuterà a completare l’opera, ma i tempi stringono"
“Sono ancora solo 105 sui 170 previsti i chilometri di rete installata tra Piemonte e Liguria, nei territori ad alto rischio di infezione da peste suina africana – afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia subito dopo aver appreso di un nuovo ritrovamento di una carcassa infetta in provincia di Alessandria – Sicuramente la proroga dello stato di emergenza aiuterà le amministrazioni a completare l’opera, ma i tempi stringono. Dobbiamo andare a velocità doppia se realmente vogliamo contenere il contagio che proprio nei mesi invernali ha una spiccata capacità di propagarsi tra i selvatici”.
Ad oggi sono 1977 i cinghiali abbattuti in Piemonte per contrastare il diffondersi della Psa, secondo i dati dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, mentre il monitoraggio della situazione epidemiologia portato a termine alla fine del 2022 riporta 267 casi accertati in Italia, isole escluse.
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“Nelle province più colpite, ci stiamo assicurando che gli imprenditori agricoli dediti all’allevamento di suini mettano in campo tutte le misure relative alla biosicurezza, anche grazie ai fondi stanziati con la Misura 5.1.1 del Psr, ma non possiamo permettere che il comparto venga penalizzato dalla chiusura di quelle aziende che nonostante tutto rientrano nelle Zone infette I e II, in continuo ampliamento” aggiunge Lella Bassignana, direttore della Confederazione piemontese, sottolineando inoltre il fatto che sono stati stanziati 10 milioni di euro per realizzare le opere di contenimento e che ciascuna Regione confinante ha messo a disposizione altri fondi affinché tutte le operazioni siano svolte al meglio.
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Conclude Allasia: “Siamo sicuri che gli allevamenti intensificheranno ulteriormente le pratiche virtuose, rivelatesi efficaci in alcuni casi, ma dobbiamo essere altrettanto sicuri che possano continuare a lavorare qualora dovessero rientrare nelle zone di restrizione. La politica deve aver il coraggio di fare delle scelte strategiche per tutelare i vari comparti agricoli. Chiediamo alla Regione di accelerare il processo di depopolamento, di ricerca e analisi delle carcasse e di investire altre risorse economiche per completare le opere di recinzione delle zone colpite