Ovadese in affanno, ma la classifica rimane buona
L'1-1 contro la Novese permette l'aggancio alla Valenzana sconfitta dall'Atletico Torino, unica squadra a salire
Domenica torna il campionato con il derby sul campo della Gaviese
OVADA – Senza le reti di Micillo e Bonanno che hanno determinato gli ultimi due pareggi con Pastorfrigor e Novese il girone di andata dell’Ovadese sarebbe stato trionfale. La ripresa di avvicina e il banco di prova è subito importante con la classica trasferta al Pedemonte contro la Gaviese. In palio, non solo la supremazia di zona, ma anche la possibilità di proseguire la corsa verso i playoff. Ad affrontare la partita un gruppo che era alla ricerca di un puntello per il centrocampo ed invece fa i conti con un organico assottigliato dopo l’addio di Lombardo, centrale difensivo che si è accasato a Santostefano. «Ma il nostro obiettivo – chiarisce il direttore sportivo, Gianpaolo Fallabrino – rimane arrivare ai playoff».
Difficoltà crescenti
Una prospettiva che solo a inizio dicembre sembrava addirittura limitata. Poi il vantaggio rispetto alle inseguitrici si è ridotto. «Dobbiamo essere consapevoli che il girone di ritorno sarà più ostico – prosegue Fallabrino – Finora siamo stati la sorpresa. Da ora in poi tutti ci aspetteranno sapendo che arriva una realtà importante del campionato». A testimoniarlo sono i numeri assemblati in questi mesi: 9 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Gaione e compagni hanno sfiorato il percorso netto lontano del Geirino; sul campo di casa qualche difficoltà in più si è manifestata. «Siamo in difficoltà nella costruzione del gioco – analizzava mister Luca Carosio dopo la brutta prestazione con la Novese – Dobbiamo lavorare. Rimanere in alto richiede un gran dispendio di energie. Ma questa squadra era stata costruita per altro».
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Cosa funziona…
L’assetto varato dopo la sconfitta contro l’Asca della terza giornata ha dato i suoi frutti. Il centrocampo con Bangoura, Massari e Bosic (vera sorpresa in positivo dell’anno), ha assicurato dinamismo e tecnica. Non è un caso che le difficoltà nel gioco siano diventate più evidenti con l’assenza del centrocampi di colore. Bosic riesce a essere pericoloso, assicurando nel contempo copertura. Gli spunti sono efficaci soprattutto su dimensioni di campo più ridotte rispetto a quelle del Geirino. Funziona anche l’aternanza degli esterni offensivi. Merialdo si è meritato la copertina come uomo più pericoloso oltre a Rignanese (8 gol con un solo rigore). Ma anche Barbato e Coletti hanno saputo rendersi utile.
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Qualcosa da rivedere
La difesa non ha subito gol solo in tre delle quattordici partite disputate. Per contro non è mai arrivata più di una rete al passivo. In alcuni casi i palloni raccolti oltre la linea di porta non hanno avuto un’incidenza reale sul match. Ora il reparto andrà ridisegnato con l’arretramento di Manno. La coppia formata con Bianchi può dare garanzie, Musso è la riserva. Le alternative però saranno sempre meno se negli ultimi giorni di mercato non arriverà qualcosa.
Tra le questioni rilevanti c’è anche il ruolo che Alessandro Mutti, potrà ancora avere. Il tortonese doveva essere il valore aggiunto, di fatto si è visto solo con qualche sprazzo. Prima la posizione da mezz’ala che mal si accoppiava con le due caratteristiche, poi le tante panchine (con un paio di reti da subentrante) e poi un lungo infortunio per il quale non sono ancora certi i tempi di recupero. C’è quel gruzzolo di cinque punti di vantaggio sull’Atletico Torino (a quota 25) da difendere in chiave playoff. Castellazzo e Gaviese sono più attardate.