Infernot, dalla geologia alle tradizioni
Alzino la mano quanti conoscono il termine Infernòt. Penso che più della media sappia che cos’è un infernòt. Per chi…
Non so quanti di voi siano a conoscenza che nella nostra Provincia ci sono le Terre del Drago. Anzi, meglio, i confini della nostra Provincia possono assomigliare al profilo di un drago. Se poi considerate che è un territorio contraddistinto dalla presenza di borgate e di castelli che un tempo hanno vissuto un ruolo strategico e di difesa del territorio, riportandoci ad antiche vicende storiche, il profilo è perfetto.
Questa, in breve, la descrizione della guida “Nelle Terre del Drago” realizzata dalla Provincia di Alessandria nell’agosto del 2011. Una guida meravigliosa, che illustra le vie escursionistiche tra Appennino e Monferrato.
Come ricordo ai miei escursionisti, gli appennini che attraversano tutta la nostra penisola nascono nella nostra Provincia a seguito di un movimento tettonico dell’epoca giurassica che diede origine ad una marna arenarica fonte di ispirazione per i contadini che nel 1800 “modellarono” gli Infernot.
Infernot, dalla geologia alle tradizioni
Alzino la mano quanti conoscono il termine Infernòt. Penso che più della media sappia che cos’è un infernòt. Per chi…
Le colline del Monferrato si sono realizzate sulla spinta di questo evento impatto che ha originato colline e catene montuose appenniniche. Le valli di questi luoghi sono impervie, molto selvagge, con caratteristiche montane. Se le colline rappresentano l’aspetto turistico della nostra provincia, l’appennino rappresenta la zona selvaggia.
L’ufficio sentieristico della Provincia di Alessandria, nell’ottica del Programma di Sviluppo Rurale – P.S.R. 2007-2013 ha realizzato itinerari turistici escursionistici fruibili a piedi, in bicicletta e a cavallo in questa zona di confine, tra le colline dell’Alto Monferrato e gli Appennini. La guida è molto bella, ricca di informazioni sui comprensori escursionistici, informazioni e consigli per gli utenti. Quest’ultima parte molto dettagliata e professionale, dovrebbe costituire il decalogo di ogni escursionista, affinché si possano realizzare passeggiate in sicurezza.
All’interno di questa guida, merita l’attenzione il comprensorio escursionistico denominato “I villaggi di Pietra”, localizzato in alta Val Borbera, nei comuni di Carrega Ligure, Cabella Ligure e Mongiardino Ligure.
“La zona, un tempo densamente popolata, ha subito il triste destino di spopolamento, presentandosi ai giorni nostri come un’area dominata dalla natura, dove si precorrono lunghe distanze immersi nell’ambiente naturale, senza trovare traccia di presenza umana. L’area costituisce uno dei territori più integri della nostra Provincia, con le maggiori cime del nostro Appennino che delimitano un territorio di oltre seimila ettari, quasi totalmente ricoperto da foresta, individuato come S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria).” (cit. Nelle Terre del Drago)
Tra i vari sentieri riportati in questa guida, uno fra tutti rappresenta al meglio la descrizione riportata in questo mio intervento: si tratta del sentiero 242 denominato “Vegni Croso”. Il percorso inizia nella frazione di Vegni a mt. 1048 e sale dolcemente il versante boscato toccando la sella panoramica dei Campassi per poi scendere di quota e proseguire fino alla borgata Casoni. Da qui si riprende in salita e si arriva alla seconda borgata denominata Ferrazza e posta a mt. 1110.
Proseguendo, raggiungeremo la borgata abbandonata negli anni 1961 denominata Reneuzzi, un villaggio fantasma. Ormai abbandonato e con la vegetazione che sta inghiottendo tutto questa borgata, si possono visitare ancora costruzioni e siti urbanistici di quando questo luogo era abitato (nei tempi d’oro circa 300 anime): il piccolo cimitero, la chiesa con il campanile a vela e le sue case circolari.
Questa borgata è anche conosciuta per la sua leggenda: l’ultimo abitante del paese si rese responsabile dell’assassinio di una giovane donna (cugina dello stesso da parte di madre). La giovane in un primo tempo ricambiò le attenzioni dell’uomo ma successivamente declinò l’interesse verso quest’ultimo. Nella fase di spopolamento, la famiglia della giovane donna abbandonò il borgo e l’innamorato colto da un raptus di gelosia per l’abbandono ricevuto, uccise la giovane donna dando fine alla sua vita e al borgo stesso. Subito dopo l’omicidio anch’egli si tolse la vita. Un luogo fantasma con il suo fantasma. Alcuni testimoniano che l’omicida si aggiri ancora nel borgo dandosi pena del suo amore.
Vi rendete conto dei tesori della nostra provincia? Incontaminati, ricchi di storia e di natura. Un valore ed una ricchezza inestimabile che solo per merito di un progetto della rete sentieristica Provincia di Alessandria arriva a noi.
Credo che in altri luoghi ci sarebbero pullman organizzati per portare a visitare questi borghi di pietra. Io come sempre sono pronto ad accompagnarvi e a farvi visitare le bellezze del nostro territorio. Ma voi che abitate questa Provincia, dovete crederci nel suo potenziale turistico e non sempre declinare luoghi lontani da noi, come se nel nostro territorio non esistesse nulla.
Abbiamo una infrastruttura sentieristica invidiata da tutti, ma pochi la conoscono e soprattutto la frequentano. Abbiamo guide turistiche, materiale didattico, tracce GPX, tutto il necessario per conoscere le nostre bellezze: manca solo la vostra volontà.
Fatevi un regalo per queste festività ed iniziate a documentarvi: vi stupirete di quanti luoghi meritano di essere visitati. E dopo le feste venite a smaltire i bagordi sui sentieri con me, non crederete ai vostri occhi.