Due conti e una capanna. I beni? Separati
In provincia ci si sposa a 35 anni (e dura 20, in media), si sceglie la separazione dei beni e principalmente il rito civile
Comunione dei beni addio: la norma per cui i beni acquisiti dopo il matrimonio siano automaticamente di proprietà di entrambi i coniugi sta praticamente scomparendo dalla consuetudine di mantenere il regime economico separato: in Italia nel 2020 solo il 28,7% ha mantenuto tutto in comune. E la provincia di Alessandria non fa eccezione. Anzi, il tasso è ancora inferiore: 26,5 per cento.
In passato è stato ancora meno, con il 23% circa nei quattro anni precedenti. È la fotografia di una società che cambia, che si evolve e che si adegua automaticamente ai tempi prima della giurisprudenza. Come spesso accade.
Matrimoni più civili
Un altro aspetto particolare nei matrimoni del terzo millennio (inoltrato) è che, sempre nel 2020, si è registrato un boom di riti civili sul nostro territorio: parliamo addirittura dell’81,7 per cento, ma in questo caso il Covid potrebbe aver influito sulle scelte delle coppie.
Dal 2016 al 2019, infatti, chi sceglieva di contrarre matrimonio di fronte ad un ufficiale di stato civile si aggirava tra il 63 e il 67%.
I sì a settembre
Dei 769 matrimoni celebrati in provincia di Alessandria nel 2020 (141 religiosi, 628 civili), il maggior numero si è svolto a settembre (167).
I mesi più caldi sono comunque i preferiti anche quando non c’è una pandemia letale: luglio e agosto, per esempio. Nonostante le difficoltà i matrimoni non si sono mai ‘fermati’: ogni mese dell’anno del Covid ha registrato almeno una decina di casi.
Si sono celebrati un po’ in tutti i comuni della provincia. Tra i piccoli: Gavi, Oviglio, Cassine e Arquata con una dozzina di eventi per paese. In questo caso è probabilmente la location (castelli, borghi antichi, colline o relais) che ha fatto propendere per quelle località.
Nei centri zona, dopo Alessandria (116 matrimoni), è il Comune di Casale Monferrato ad aver registrato un buon numero di unioni: 69.
Più vecchi
La scuola dell’obbligo più lunga, l’entrata ritardata nel mondo del lavoro fanno sì che il momento di farsi una famiglia venga ritardato, magari in attesa di un lavoro più stabile.
Così è sempre più frequente vedere sposi – alla prima volta, le seconde nozze sono un capitolo a parte – già adulti: l’età media al matrimonio, sia per gli uomini sia per le donne, si aggira intorno ai 35 anni (34 per le spose).
Ma se ci aggiungiamo anche i ‘ritardatari’ che decidono di ufficializzare la propria unione oltre i 49 anni, chi si sposa per la seconda o terza volta, allora l’età media si alza ulteriormente: 45 anni per i maschietti, 39 per le signore.
Quanto dura?
La formula è ‘per tutti i giorni della mia vita’. Ma la quotidianità di separazioni e divorzi ci mostra che non sempre i matrimoni funzionano e durano a lungo. Il tempo medio, prima di un divorzio ufficiale – in Piemonte – è stato calcolato in 20 anni, religiosi o civili che siano.
Il tempo di vita sotto lo stesso tetto si riduce di molto se la coppia è ‘mista’, ovvero con due nazionalità diverse: sono il 20% del totale. Per chi ha culture differenti la media è di 13 anni. Il tasso di divorzi piemontese, rispetto alla media italiana (1,5), è infine leggermente più elevato: 1,7.
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