Aldo Leardi, un’ancora per la salvezza del dialetto pozzolese
Con una pagina Facebook e la tradizionale serata del "cruciverbone" tiene viva la lingua locale di Pozzolo Formigaro
POZZOLO FORMIGARO — Tutto ha inizio dall’idea di Roberto Cairo: la realizzazione di una pagina Facebook, dal titolo “Non lasciamo morire il dialetto pozzolese”. Ad assumere la direzione di questo canale social, Aldo Leardi, che con frequenti quesiti e divertenti sondaggi ha raccolto un seguito equivalente a più di trecento membri.
Alla base del progetto si colloca l’opera di Mario Silvano – descritto come «uomo di scienza e di vasta cultura che ha saputo fondere la sua professione di medico con l’amore per il suo Pozzolo» – che spicca per la sua completezza: un dizionario vernacolare di circa 18 mila termini.
L’originalità dell’elaborato consiste nel non limitarsi a fornire una mera corrispondenza dialetto-italiano, infatti quasi ogni termine porta con sé anche un esempio di frase che ne dimostra il contesto e l’utilizzo più appropriato. Si può identificare, quindi, anche come prezioso repertorio di quelli che sono diventati i luoghi comuni del dialetto pozzolese. Come panorama circostanziato di ciò che quotidianamente caratterizzava il linguaggio del secolo scorso.
Il vernacolo è provvisto, tra le altre, di una sezione dedicata alla fonetica, la più importante dalle parole di Leardi, in quanto «per trasmettere la conoscenza di una lingua, diventa fondamentale fissare delle regole». E il testo di Silvano diventa esemplare nel tentativo di raggiungere il coronamento di questa volontà.
Anche quest’anno i cultori del dialetto di Pozzolo Formigaro hanno organizzato una serata aperta al pubblico in cui ci si diverte a risolvere un cruciverbone di termini dialettali e nell’occasione ci si scambiano gli auguri per le festività natalizie. «Probabilmente se avessimo proposto un seminario di lezioni, la situazione sarebbe diventata stucchevole. La dimensione social, al giorno d’oggi, estende il raggio di azione di qualunque iniziativa. Per questo abbiamo deciso di seguire un metodo originale», spiega Leardi. Innovazione, attraverso l’utilizzo di uno strumento moderno come Internet, e tradizione, nel desiderio di salvaguardare il patrimonio del dialetto pozzolese, si sovrappongono e camminano di pari passo verso un’unica meta: rinnovare e veicolare la conoscenza una lingua che «difficilmente potrà sopravvivere, ma esiste ancora».