“Dai miei pazienti un abbraccio lungo 43 anni”
Il dottor Cazzuli va in pensione, il saluto di quattro paesi: "Il medico di famiglia è una figura da valorizzare"
PONTI – Paesi isolati che contano poche centinaia di abitanti, posti in cui la sanità pubblica, quella fatta di sale d’attesa, corsie d’ospedale e sale operatorie, pare quasi un lontano miraggio. È anche in questi luoghi che il cosiddetto medico di famiglia vive e lavora ogni giorno in prima linea, spesso percepito dai propri pazienti come salvifica ancora di salvezza in grado di debellare (o perlomeno contenere) ogni malanno.
Il dottor Urbano Cazzuli fino allo scorso 22 novembre è stato per oltre 40 anni il medico di circa 1500 anime nei comuni di Castelletto d’Erro, Denice, Montechiaro e Ponti, «43 anni, 9 mesi e 22 giorni per l’esattezza. Ho curato almeno 4-5 generazioni», precisa. «Non mi sono mai pentito di aver lasciato il reparto di Chirurgia dell’ospedale di Acqui per iniziare quella che poi sarebbe diventata un’esperienza meravigliosa».
Il dottor Cazzuli è in pensione da un mese, ma per adesso rimane al fianco del collega Priolo («lo sto aiutando a sbrigare un po’ di pratiche»), colui che lo sostituirà negli ambulatori dei quattro comuni acquesi. Domenica 4 dicembre i suoi pazienti lo hanno voluto salutare con una grande festa: «È come se mi avessero dedicato un grande abbraccio. Niente regali – spiega il dottore – ma una raccolta a favore dell’Ospedaletto di Alessandria e del Centro Oncologico di Candiolo». In tutto sono stati raccolti 2.025 euro, «1.000 per Alessandria e 1.025 per Candiolo».
“Un rapporto molto speciale”
In tanti anni tra il dottor Cazzuli e i suoi pazienti si è creato un rapporto molto speciale: «Credo che la figura del medico di famiglia meriti di essere valorizzata, perché alla base c’è un rapporto di fiducia con il paziente quasi confidenziale. Inoltre il medico deve effettuare le proprie diagnosi nella maniera più rapida possibile per garantire un decorso ottimale». Un aspetto emerso in tutta la sua concretezza nei drammatici mesi del primo anno pandemico. Urbano Cazzuli è colui che ha curato anche il compianto ex sindaco di Castelletto d’Erro Giuseppe Panaro, scomparso ad aprile 2020. «Quando Beppe era già in ospedale ho saputo che poco tempo prima si era tenuto un Consiglio Comunale. Oltre al sindaco, in quei giorni anche tutti gli altri che vi avevano partecipato erano febbricitanti. Sapendolo, siamo riusciti a contenere il focolaio che si stava sviluppando in paese».
Ora in pensione ma mai a casa in pantofole, il dottor Cazzuli ha già in mente un nuovo progetto al servizio della comunità: «Mi piacerebbe creare una nuova associazione solidale nell’ambito dell’assistenza e nella cura dei più fragili, non solo per i Comuni in cui ho lavorato ma per tutto l’Acquese. Il nostro è un territorio molto penalizzato a livello sanitario, e con un’età media elevata. Bisogna tenere sempre conto della geografia di un territorio, e di quanti scompensi questa possa comportare ai pazienti, soprattutto ai più anziani».