L'Alessandria dura un quarto d'ora. Il Cesena è di un'altra categoria
L'llusione del pareggio al 35', dal dischetto. Poi due reti a inizio ripresa, con colpe collettivo. In dieci per 30'
"Anche cinque anni fa c'era una situazione simile. Mi aguro che ci sia una svolta"
CESENA – E’ un gesto vero, quello di Giuseppe Prestia. Nel calcio che spesso ama le recite, lui è sincero. Segna dopo 11 minuti, perché su di lui la difesa si perde la marcatura, e le palle inattive aiutano, da qualche giornata, il cambio di passo del Cesena.
I compagni corrono ad abbracciarlo, persino la curva, per qualche secondo, deroga allo sciopero del tifo nei primi 15′ contro Scalabrelli, preparatore dei portieri indesiderato. Ma l’ex capitano non esulta e, anzi, si gira verso il settore ospiti, si batte sul petto, poi alza le mani. Come se volesse chiedere scusa: è un bianconero, adesso, se ha l’occasione la sfrutta, ma non dimentica il passato e la gente grigia, quella all’Orogel Stadium e chi segue da casa, lo sa.
Un gesto che ripete anche alla fine, quando va a salutare i quaranta nella curva ‘alessandrina’ .
L'Alessandria dura un quarto d'ora. Il Cesena è di un'altra categoria
L'llusione del pareggio al 35', dal dischetto. Poi due reti a inizio ripresa, con colpe collettivo. In dieci per 30'
“Quattro anni sono un pezzo di vita, non solo calcistica. Alessandria è stata casa mia, della mia famiglia: sono stato benissimo, orgoglioso di avere portato, nei playoff e per una stagione, la fascia da capitano. Ho costruito legami dentro e fuori dalla società, per tutta la gente grigia ci sarà sempre affetto e un sorriso. Credo ricambiato”.
Un anno fa l’Alessandria era in B. Oggi è sul fondo della C. “Fa un po’ strano anche a me, certo, perché conosco bene la piazza, quanto può dare a noi giocatori e quanto merita in cambio. Anche cinque anni fa, quando ero arrivato, la situazione era simile, un ridimensionamento deciso dalla proprietà dopo risultati negativi. Non fu facile, ma da lì iniziò un nuovo percorso, verso grandi traguardi. La mia speranza è che anche questa volta la storia si ripeta. Bisogna, però, creare le condizioni perché ciò avvenga“.
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