Un crowdfunding per far risplendere il “mistero del castello”
Da due architravi in arenaria riemerge la storica data che segna la nascita di Monastero
MONASTERO BORMIDA – D’altronde lo dice il nome stesso: il paese di Monastero Bormida è stato per oltre tre secoli una fondazione monastica benedettina. Nel 1398, poi, la potente famiglia dei Del Carretto si sostituì ai monaci nella gestione del feudo, trasformando il monastero in un castello. Da questo “passaggio di consegne” ebbe poi origine il vero sviluppo urbano del paese. Il 1398, quindi, è una data cruciale per il Comune sorto sulle rive del Bormida, una data che di recente è riemersa agli occhi dei monasteresi, scolpita da oltre 600 anni in caratteri gotici su due architravi di arenaria incastonati tra le mura del castello.
«Si tratta in realtà di una riscoperta – spiega il sindaco Luigi Gallareto – perché già a fine ‘800 Alfredo D’Andrade, pittore e soprintendente alle Belle Arti in visita in paese, disegnò su un foglio uno schizzo del castello e una prima parziale trascrizione delle iscrizioni che riportano i nomi dei fratelli Antonio e Galeotto Del Carretto (foto sotto). Poi calò di nuovo l’oblio su questo piccolo ma importante tesoro di pietra». Un silenzio che si è interrotto recentemente solo per caso, e a cui ora – grazie anche a una campagna di crowdfunding sostenuta dalla Compagnia di San Paolo – l’amministrazione comunale vuole ridare voce con il progetto ‘Monastero Bormida: un segno nel tempo’, finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione delle preziose iscrizioni rinvenute.
“Ecco cosa vogliamo fare…”
«È giunto il momento di restaurare e valorizzare questa testimonianza: è l’atto di nascita del nostro paese, è la nostra Storia e va conservata», commenta il sindaco. Con i fondi raccolti dalla campagna di crowdfunding (presente sulla piattaforma retedeldono.it) «e anche con l’utilizzo di fondi comunali», l’amministrazione intende avviare un’opera di restauro e recupero degli architravi in arenaria «sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio», facendo riemergere con più chiarezza le incisioni presenti sul manufatto, valutandone le stato di conservazione e installando anche un impianto di illuminazione scenico con tanto di riproduzione fotografica e scansione in 3d e successiva riproduzione su pannelli descrittivi posti in un luogo accessibile in prossimità del prospetto del Castello.
Le donazioni non devono avere un importo predefinito. Si parte da 5 euro in su, e i donatori verranno “insigniti” di un simpatico titolo feudale: chi dona da 5 a 19 euro sarà “scudiero” e avrà in dono un collage composto dal fotografo Manuel Cazzola; da 20 a 49 euro si diventa “cavaliere” e oltre alle fotografie arriverà in dono anche un gadget; da 50 a 99 euro il titolo è quello di “vassallo” (collage fotografico e una visita guidata al castello); oltre i 100 euro l’ambita investitura a “marchese” con la visita guidata e in aggiunta una copia del libro “Monastero Bormida e le storie del suo patrimonio”.
(La foto degli architravi è di Manuel Cazzola)