“Milano. Da romantica a scapigliata”: un tuffo nella bellezza e nella poesia
A dare il benvenuto alla mostra è Francesco Hayez, con la ?Imelda de Lambertazzi?
Un tuffo nella bellezza e nella poesia, quello che si prova ad ammirare i quadri presenti alla mostra “Milano. Da romantica a scapigliata”, allestita nella suggestiva cornice del Castello Visconteo di Novara. Circa 70 i capolavori presenti, tutti eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca attivi appunto a Milano.
A proporre questa originale quanto intrigante rassegna sono il Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte. Obiettivo dell’esibizione è quello di immergere il visitatore all’interno di quelli che sono stati i mutamenti susseguitesi nella città meneghina tra i secondi anni dieci e gli anni ottanta dell’Ottocento: dalla caduta del Regno d’Italia napoleonico alla costituzione del Regno Lombardo Veneto, dalla seconda dominazione austriaca alle prime rivolte popolari fino alle guerre d’indipendenza che avrebbero poi portato alla liberazione.
Le opere scelte, perciò, altro non sono che uno spaccato iper-dettagliato di quei tempi, con una minuziosità di particolari in cui immergersi, navigare e perdersi. Letteralmente. A dare il benvenuto alla mostra è Francesco Hayez, con l’”Imelda de Lambertazzi”, per poi proseguire attraverso otto sezioni a tema. La prima riguarda la “Pittura urbana nella Milano romantica”, dove si qualifica il nuovo genere di veduta prospettica elabora dal pittore alessandrino Giovanni Migliara.
La seconda sezione narra dei protagonisti della storia milanese. La terza, invece, “Milano, da austriaca a liberata” è un vivido approfondimento delle Cinque giornate di Milano e degli episodi cruciali del 1848. Segue poi la quarta sezione con “La Storia narrata dalla parte del popolo”, dalla mano dei fratelli milanesi Domenico e Gerolamo Induno, con gli umili interni domestici, fra drammi, difficoltà e piccole gioie. Nella quinta, “Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore” e nella sesta, “Il sistema di Filippo Carcano. La pittura scombiccherata e impiastricciata”, emergono sperimentazioni linguistiche all’inizio osteggiate dalla critica. Chiudono la sezione settima “Verso la Scapigliatura”, con opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni e l’ottava “L’affermazione e il trionfo del linguaggio scapigliato”.