Coldiretti: il caldo anomalo mette a rischio le semine
Il fiume Po è a livelli di secca come se fosse estate
Il presidente Bianco: "Acquisti giù del 47% a causa del rincaro dei prezzi"
L’inflazione svuota le tavole del 47% delle famiglie alessandrine, costrette a tagliare le quantità di cibo acquistato a causa dei rincari nel carrello della spesa. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Censis in merito ai nuovi dati Istat sull’inflazione a novembre 2022 che vedono una crescita del 13,3% per i beni alimentari rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
“Se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale di chi riduce la quantità del cibo sale addirittura al 60% – spiega il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco – Accanto a chi è stato costretto a mettere meno prodotti nel carrello per far quadrare i bilanci familiari, c’è poi un 37% di alessandrini che preferisce risparmiare sulla qualità, il 46% nel caso dei bassi redditi. Le rinunce sono dunque socialmente differenziate secondo una logica di ‘food social gap’, con gli adulti e i giovani che tagliano molto più degli anziani, e i bassi redditi più che i benestanti. Oltre sei alessandrini su dieci, tra coloro che tagliano gli acquisti, sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023″.
Coldiretti: il caldo anomalo mette a rischio le semine
Il fiume Po è a livelli di secca come se fosse estate
Nella classifica dei prodotti più colpiti dalla scure dei consumatori ci sono al primo posto gli alcolici ai quali sono stati costretti a dire addio, del tutto o anche solo parzialmente, il 44% degli italiani. Al secondo posto i dolci che vengono tagliati in quantità dal 44%, mentre al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% dei cittadini, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). E il carovita porta addirittura a ridurre gli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne acquista di meno. In situazione di difficoltà i meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).