Casale: ammenda e confisca per cavalli, asini e capre nei box fatiscenti
Il sequestro a maggio dello scorso anno, nei giorni scorsi la sentenza del Tribunale di Vercelli. La soddisfazione degli animalisti
CASALE – Il 21 maggio scorso l’Asl veterinaria, i Carabinieri e una guardia zoofila erano intervenuti in una cascina di Casale dove erano detenuti 7 cavalli, 4 asini, 2 capre, un agnello. All’interno di una piccola gabbia erano state rinvenute anche 2 minilepri (fauna selvatica) sequestrate dall’Ufficiale di Polizia Giudiziaria della Provincia di Alessandria.
«Tutti gli animali – spiega l’associazione Pan Pro Natura Animali Odv – erano detenuti all’interno di box fatiscenti con rattoppi di fortuna, totalmente privi di lettiera e con notevoli accumuli di feci e urina. All’interno dei box erano presenti chiodi sporgenti e arrugginiti, cavi elettrici volanti, mangiatoie instabili e pericolose per l’incolumità degli animali, alcuni dei quali mostravano evidente magrezza. Dovendosi coricare sulle proprie feci, alcuni di loro avevano il mantello intriso di urina e coperto di letame».
«L’asino (Trillo) era rinchiuso insieme ad una capra ed aveva difficoltà ad alzarsi causa evidente problema agli zoccoli anteriori.
Lo stallone (Pirulo) era rinchiuso in un box sulla cui porta era stata sistemata orizzontalmente una sbarra di ferro che precludeva all’animale qualsiasi possibilità di sporgersi all’esterno. Nel box subito di fianco allo stallone (separato da un parete di assi sconnesse), si trovava una cavalla bianca in calore, con evidente problema agli occhi e deviazione laterale della testa. La maggioranza degli equidi necessitava di pareggio degli zoccoli. All’esterno dei box (eccezione fatta per 1 cavalla baia e due asini), non vi erano recinti idonei a permettere lo sgambamento degli animali. Dove la beverina non era presente, l’acqua era poca e sporca. Onduline di eternit erano utilizzate come copertura dei box» proseguono dall’associazione in una nota firmata dal vicepresidente Roberto Piana.
Considerate le condizioni di detenzione riscontrate, tutti gli equidi ed ovicaprini erano stati posti sotto sequestro giudiziario e trasferiti in una struttura protetta in provincia di Varese.
G.R, il proprietario, era stato denunciato per il maltrattamento degli animali e Pan Pro Natura Animali odv si era costituita nel procedimento come parte civile con il patrocinio dell’avvocato Andrea Fenoglio di Torino.
Nell’udienza di discussione tenutasi in data 22 novembre in tribunale a Vercelli il giudice, Luca Dell’Osta, ha condannato l’imputato per il reato previsto e punito dall’art. 727 c.p. (abbandono di animali), così riqualificando l’iniziale ipotesi di reato di maltrattamenti, irrogando la pena dell’ammenda in misura pari ad 2.000 euro nonché la confisca di tutti gli animali.
Il Giudice ha altresì condannato l’uomo alla refusione delle spese legali sostenute dalla Pan mentre ha rimesso le parti avanti al competente Giudice civile per la liquidazione del danno a favore della costituita parte civile.
«L’obiettivo principale per il quale Pan si è costituita nel procedimento è stata la confisca degli animali e la loro non restituzione al reo. Questo obiettivo è stato conseguito e non possiamo che esprimere soddisfazione» commentano gli attivisti.