Due quadri di Morando inviati al Mart di Trento e Rovereto
"Maternità" e "La colazione" saranno esposti dal 5 dicembre al 19 marzo 2023 all'interno della mostra "Giotto e il Novecento"
Due dipinti di Pietro Morando hanno lasciato il Museo civico di Alessandria per essere esposte in mostra al Mart-Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto dal 5 dicembre al 19 marzo 2023 all’interno della mostra “Giotto e il Novecento”, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Alessandra Tiddia.
Si tratta delle opere “Maternità” (olio su tela, 70 x 80 cm) e “La colazione” (olio su tela, 75 x 80 cm), realizzate tra il 1925 e il 1926 dall’artista alessandrino. L’esposizione si propone di analizzare come la pittura del Maestro del Trecento abbia influenzato la ricerca artistica di pittori e scultori del secolo scorso.
Il modello del pittore trecentesco diventa esemplare per i protagonisti delle avanguardie che lo innalzano a testimone della grandezza italiana passata e presente e a punto di riferimento per l’elaborazione del proprio linguaggio artistico.
Partendo dai pittori accademici e romantici dell’Ottocento, che eleggono il celebre episodio nell’incontro tra Giotto e Cimabue a modello esemplare, la rassegna evidenzia come, nel corso del Novecento, sia stato il rivoluzionario linguaggio giottesco a interessare alcuni dei protagonisti delle avanguardie, primo fra tutti Carlo Carrà, che nel 1916 dedica all’artista la sua Parlata su Giotto. Dopo la Prima guerra mondiale, nel clima generale di ritorno all’ordine, Giotto viene assunto come modello e testimone della grandezza italiana nel passato e nel presente e diventa punto di riferimento essenziale per l’elaborazione dell’estetica e del linguaggio di molto artisti, come Gino Severino, Mario Sironi, Arturo Martini ma anche Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi.
L’incontro con l’arte di Giotto, nella Cappella degli Scrovegni o nella Basilica di San Francesco ad Assisi, rappresenta un momento di svolta anche nella carriera di tre grandi maestri contemporanei come Henri Matisse, Yves Klein e Mark Rothko.