Deambrogio all’attacco sulle morti sul posto di lavoro
L'intervento del segretario regionale di Rifondazione Comunista
CASALE – Nei giorni scorsi è mancato Roberto Ienco, operario 67enne rimasto gravemente ferito a ottobre scorso in seguito alla caduta da un’impalcatura nel cantiere in cui operava a Scarmagno (TO). In merito interviene il segretario regionale di Rifondazione Comunista Alberto Deambrogio: «L’indignazione profonda di fronte a fatti simili non deve smettere di manifestarsi. Oggi a Scarmagno, solo qualche giorno fa a Casale Monferrato un altro operaio di origine albanese è deceduto cadendo da un tetto. Potrei fare altri, troppi esempi, che hanno funestato le cronache dei nostri territori. La cosa più grave è che i radar dell’opinione pubblica e della politica hanno totalmente smesso di percepire questi episodi come inaccettabili. In qualche modo essi rientrano tra le cose spiacevoli ma inevitabili».
«Invece – continua – non può e non deve essere così. Chi ha responsabilità pubbliche deve battere un colpo e in fretta, smettendo intanto di smontare le leggi esistenti e di tagliare deliberatamente le risorse; così facendo si sono indotte le imprese a risparmiare sui costi relativi con la quasi certezza dell’impunità. I governi degli ultimi 15 anni portano la responsabilità morale della tragedia quotidiana dei morti sul lavoro e io temo che, vista l’intenzione dell’attuale Presidente del Consiglio di lasciar fare le imprese, il nuovo esecutivo possa far peggio.
Oggi è persino difficile essere puniti a fronte di gravi responsabilità con processi che durano fino alla sospensione dei termini o che mirano alla prescrizione, come il tragicamente famoso caso Eternit per disastro doloso: è una palese giustizia di classe, chi ha risorse e potere ne esce sempre indenne».
E conclude: «Noi però non ci rassegniamo e lottiamo per indicare alcuni obiettivi precisi: rilancio di sistemi di prevenzione e controllo, inasprimento di sanzioni penali per mancato adempimento degli obblighi relativi a salute e sicurezza, l’istituzione di una apposita Procura Nazionale dedicata a questi temi, l’Introduzione del reato di omicidio sul lavoro, il ripristino del testo
originale del D.lgs. 81708. Anche la Regione Piemonte ha le sue responsabilità da cui non può deflettere. Invece di lasciar correre nei fatti, adempia alle sue funzioni ad incominciare da quella di vigilanza».