I misteri di monsignor Bertolotti, prete di campagna amico dei potenti
Nelle prossime settimane su Italia Uno la storia dell'enigmatico parroco di Altare
ACQUI TERME – Quella di Monsignor Bertolotti è una figura a dir poco enigmatica, attorno alla quale ruotano non pochi misteri; tanto è vero che il giornalista Roberto Giacobbo – da anni conduttore della serata conclusiva del Premio Acqui Storia – ha deciso di dedicare a don Giuseppe Bertolotti un servizio all’interno del programma ‘Freedom – Oltre il confine’(la puntata dovrebbe andare in onda su Italia Uno entro fine anno, ndr).
Giorgio Baietti, professore al Liceo Artistico di Casale nonché collaboratore di Giacobbo, da anni è impegnato in studi e ricerche per fare luce sui tanti lati oscuri che riguardano la vita del Monsignore.
L’impero immobiliare del ‘don’ nato povero
Nato a Cairo Montenotte nel 1842, Giuseppe Bertolotti ha studiato da seminarista ad Acqui Terme. «Nel 1869 per la Diocesi acquese è diventato parroco di Altare – spiega Baietti –ed è in quegli anni che le sue fortune hanno iniziato a crescere a dismisura». Nessuno, finora, ha mai capito da quale “fonte” attingesse il parroco di campagna. Diverse le ipotesi formulate: usura? Massoneria? Forse amicizie altolocate legate alla duchessa di Galliera Maria Brignole Sale De Ferrari, moglie del Marchese De Ferrari (sì, proprio colui al quale è intitolata la famosa piazza genovese, ndr) o direttamente con casa Savoia.
«Ad Altare – afferma Baietti – monsignor Bertolotti fece ristrutturare la chiesa di San Rocco e costruire due bellissime ville in stile Liberty: Villa Rosa, attuale sede del museo del vetro, e Villa Agar, che oggi ospita una residenza per anziani. È risaputo, inoltre, che buona parte degli edifici oggi presenti su via Paleocapa a Savona vennero realizzati su sua commissione».
Molto stretto, tra l’altro, il legame che monsignor Bertolotti aveva con Pio X, «che lo volle a Roma come suo collaboratore, ma lui rifiutò per restare ad Altare, dove officiò per tutta la vita e dove mori nel 1931».