Il liceo Balbo in visita al Festival della Scienza a Genova
L'esperienza raccontata da un'alunna della scuola casalese
CASALE – Gli studenti del liceo classico Balbo di Casale Monferrato si sono recati lo scorso 26 ottobre a Genova per far visita al Festival della Scienza. A raccontare l’esperienza è un’alunna, Ginevra Maggiora Giampaolo, della classe 1°A Classico.
«Sappiamo bene come la scienza possa essere tanto difficile quanto interessante. È proprio per questo che ci piace approfondire per capire a fondo ogni segreto di questa immutata materia che appassiona gli uomini da sempre. Genova è stata ritenuta la città ideale per ospitare l’evento, non solo per la sua bellezza e modernità, ma anche a motivo delle sue innovazioni tecnologiche in continuo rinnovo, il che le conferisce un titolo prestigioso collocandola su un podio importante.
Il Festival della Scienza è un evento che ha come fine la diffusione della cultura scientifica approcciando vari metodi di comunicazione che permettono di rapportarsi con grandi e piccoli mediante laboratori ricchi e curati. Scienziati, esperti del settore, aziende e ricercatori si sono impegnati nella creazione di progetti accessibili a tutti per far avvicinare i giovani, ma non solo, alla scienza e trasmettere qualcosa.
I laboratori sono vari, abbracciano molte tematiche e si collegano facilmente tra loro. Prendendo in esame la mia esperienza personale, la mia classe ed io ci siamo approcciati al mondo della matematica nell’antico Egitto, passando all’argomento degli psicofarmaci e concludendo con gli esperimenti sulla luce e il vetro. Il lato molto interessante e curioso è la collocazione dei diversi laboratori; infatti si dislocano in varie parti della città, facendola esplorare a chi si cimenta nella ricerca dei laboratori.
Ogni laboratorio è curato attentamente dal personale, che coinvolge i ragazzi di ogni età intrattenendoli e trattando argomenti comunque complessi ma accessibili a tutti, come per esempio quello sulla matematica egizia. Ad assistere a questo laboratorio eravamo infatti una prima Liceo Classico e una 4ª elementare. Abbiamo iniziato facendo una panoramica generale sull’Egitto e in particolare sulla matematica. Abbiamo scoperto che, a differenza di ciò che si pensa, i simboli utilizzati in matematica sono pochi, e addirittura se ne utilizzano due identici per rappresentare la moltiplicazione e la divisione.
In seguito abbiamo fatto un gioco a squadre nel quale dovevamo risolvere degli indovinelli matematici e di ragionamento: ci siamo divertiti molto, anche con l’assistenza della nostra professoressa di matematica il cui aiuto fa sempre comodo.
Infine, abbiamo osservato come gli egiziani sapessero calcolare l’area senza una vera e propria formula a disposizione e come si fossero avvicinati all’odierna misura del π greco.
Concluso questo laboratorio ci siamo recati al porto vicino all’Acquario per assistere ai laboratori successivi. In questo stand si trovavano la maggior parte dei laboratori, divisi per sezioni e tutti rappresentanti un colore diverso. Uno di questi, personalmente il mio preferito, era quello legato agli psicofarmaci. Una volta accolti nello stand eravamo circondati dalle illusioni ottiche che queste sostanze provocano. Dopo un video introduttivo sulla composizione chimica degli psicofarmaci e sui punti specifici dove agiscono, ci è stato mostrato un bugiardino di circa 5/6 metri contenente tutte le informazioni veritiere presenti all’interno delle confezioni.
Ci è stato detto che in passato questi fogli illustrativi erano scritti con formule e termini complessi, e perciò non accessibili a tutti. Termine ricorrente era la posologia, ovvero la dose e le modalità di somministrazione di un farmaco. Subito dopo aver analizzato attentamente lo scritto ci sono state mostrate altre illusioni ottiche, sempre dovute all’abuso di queste sostanze.
Molto esaustivo e trattato nei particolari.
Al termine di questo laboratorio abbiamo avuto del tempo libero per scoprire Genova e goderci una giornata di sole in compagnia. Come ultimo laboratorio siamo tornati allo stand visitato in precedenza per affrontare gli argomenti della luce e del vetro. Ci è stato spiegato come la luce riesca ad attraversare il vetro e produrre il riflesso retrostante visibile a tutti. È tutto legato a come il campo elettromagnetico della luce scambia energia con l’oggetto o col mezzo entro il quale si sta propagando.
Abbiamo anche parlato della formazione dell’arcobaleno, che avviene per rifrazione quando il raggio della luce bianca penetra nel prisma (come il vetro) e si scompone in tutti i suoi componenti (rosso, blu, verde, viola…). In seguito, dopo essere stati divisi in gruppi, abbiamo fatto pratica con degli esperimenti sul laser.
Vi era una costruzione di legno contenente un laser fisso, degli specchi e dei divisori che suddividevano in settori il quadrato. Il nostro compito era quello di elaborare un percorso per il laser, in modo che passasse attraverso un foro e raggiungesse un determinato punto. Ci siamo serviti di specchi per far cambiare direzione al laser che era molto preciso e sensibile.
Abbiamo parlato poi dei polarizzatori e della loro capacità di organizzare la propagazione della luce nello spazio. Infatti la luce bianca emessa dalle sorgenti naturali oppure da quelle artificiali non è polarizzata, ovvero non ha una direzione precisa quando si propaga nello spazio.
Per concludere ci siamo cimentati in due laboratori semplici e divertenti: il primo in cui dovevamo scegliere una precisa lente che rimpicciolisse il fascio del laser per farlo passare all’interno di un piccolo foro; il secondo più divertente e manuale dove eravamo impegnati a riprodurre un disegno come se fossimo dei computer con l’aiuto di un puntatore e di indicazioni.
Ritengo che quest’esperienza all’insegna del divertimento e della scienza sia stata molto istruttiva e che ci abbia avvicinati di più a questa materia, forse ritenuta troppo complessa e non accessibile. Trattata con i mezzi e le modalità giuste è piacevole e stimolante. Un grazie, oltre agli studenti che ci hanno accompagnati in questo viaggio, va sicuramente ai professori che ci hanno assistiti e ci hanno fornito nozioni aggiuntive durante lo svolgimento delle attività».