Costi e servizi inadeguati: è fuggi fuggi dal canile di Ovada
Diversi comuni del territorio hanno deciso di recedere dal contratto
Botta e risposta durante l'ultima seduta sulla struttura di località Campone
OVADA – Non accenna a stemperarsi la polemica attorno al Canile di Ovada. Dell’attuale gestione s’è parlato in un recente consiglio comunale con l’interrogazione presentata dal consigliere Angelo Priolo (“Ovada Viva”).
L’antefatto è noto: una convenzione firmata da otto comuni, la gara per l’affidamento della struttura di località Campone terminata con l’aggiudicazione all’associazione genovese Una. Nei mesi successivi la decisione di molti comuni di Castelletto, Cremolino, Molare, Cassinelle e Silvano di affidarsi a una soluzione alternativa. Sullo sfondo le polemiche stesse tra volontari.
Di «volontari inspiegabilmente esclusi» ha parlato anche il sindaco Paolo Lantero nei suoi chiarimenti a Priolo. «L’adesione alla gestione associata – ha chiarito il primo cittadino – comporta una quota annua per abitante di 2.70 euro. Al dicembre 2020 l’ammontare per il Comune di Ovada era di 29.824 euro». Tra gli appunti sollevati da Priolo un bando di gara «assolutamente inadeguato ai tempi e insufficiente» e l’antieconomicità della gestione stessa legata all’esiguo numero dei cani ospitati in struttura. La cifra di aggiudicazione per l’accordo siglato dallo scorso anno fino al maggio 2025 ammonta in realtà a poco meno di 170 mila euro a fronte di una base d’asta superiore a 212 mila.
Costi e servizi inadeguati: è fuggi fuggi dal canile di Ovada
Diversi comuni del territorio hanno deciso di recedere dal contratto
Secondo quanto sostenuto dallo stesso Lantero, l’attuale gestore avrebbe presentato tutte le relazioni richieste sull’effettuazione dei servizi richiesti. «Il recesso di un comune associato – ha proseguito il sindaco di Ovada – comporta la rinuncia a tutti i servizi previsti dalla convenzione stessa. La riduzione dell’ambito territoriale comporta la proporzionale riduzione del corrispettivo dovuto al concessionari (Una ndr). Qualora la riduzione superasse i limiti stabiliti dalla legge quest’ultimo potrebbe recedere dall’affidamento.
Il fatto che attualmente in struttura sia presente un numero ridotto di cani, potrebbe evitare queste evenienza. La concessione è stata costruita secondo un criterio di corrispettivo fisso accollando così al concessionari il rischio di una presenza rilevante di cani». Lo stesso Priolo si è dichiarato soddisfatto.