Derby di Coppa al Derthona, ma il match di Casale continua fuori dal campo
I tortonesi vincono di misura al Natal Palli. Tra poco le parole dell'amministrazione sulla situazione dei nerostellati
Il punto sulla burrascosa situazione societaria e i possibili scenari
CASALE – Nel torbido e pallido pomeriggio calcistico di oggi segnato – si fa per dire – dal derby Casale – Derthona (0-1) l’attenzione era rivolta principalmente alla bufera attraversata dalla società nerostellata fuori dal campo: al termine della partita, allo stadio Natal Palli, il sindaco Federico Riboldi e l’assessore allo Sport di Casale Luca Novelli hanno fatto il punto della burrascosa situazione che riguarda le gestione della proprietà di Console & Partners.
Il primo gravoso argomento riguarda la quantità di fornitori, locali e non, che al momento risulterebbero essere creditori del Casale Fbc: «Parlando con Francesco Console (attuale vicepresidente, nda) abbiamo ricevuto rassicurazioni riguardo al pagamento dei fornitori – ha spiegato il primo cittadino, che ha però poi lanciato quello che tra le righe è sembrato essere un appello – Abbiamo altresì reso noto che come amministrazione non siamo assolutamente contenti di questo modus operandi. Chiediamo maggior attenzione perché queste vicende recano danno all’immagine della società. D’ora in avanti verrà allontanato dalla maglia nerostellata chiunque si presenterà e userà il Casale come una società di provincia convinto di poter fare di tutto e di più senza dover rendere conto a nessuno. Adesso, sono convinto, si debba operare partendo da realtà del territorio, magari meno ambiziose ma con più concretezza».
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Secondo tema, affrontato da Novelli, la chiarezza nelle intenzioni: «Il tempo delle parole è finito, e la fiducia di cui la proprietà godeva un anno e mezzo fa ora non c’è più e dev’essere riconquistata. Non solo per la squadra, ma anche per tutto quello che ruota intorno al Casale tra storia e settore giovanile, chiediamo oggi di ricevere risposte per la città. Per un patrimonio di cui fanno parte i tre impianti (stadio, Bianchi di Oltreponte e Casale Popolo, nda) che la società ha in gestione senza rispettare i termini delle convenzioni in essere con il Comune. Oggi è importante sapere cosa si vuole fare nell’immediato: quando riceveremo una risposta, ci comporteremo di conseguenza. Mi auguro, qualunque sarà la risoluzione di questa situazione, che se mai la proprietà dovesse decidere di cedere la mano, lo faccia a persone serie e credibili umanamente».
Non è da escludere che la situazione possa essere perlomeno ‘rattoppata’ nel giro di una quindicina di giorni, anche perché superare queste tempistiche significherebbe avvicinarsi pericolosamente al 30 novembre, data in cui, nel caso continuassero a non arrivare pagamenti delle mensilità, i giocatori sarebbero liberi di trovare una nuova sistemazione: «Ma l’attenzione è anche e soprattutto rivolta al settore giovanile, è il primo campo sul quale ci siamo mossi – riprende Novelli – e nei prossimi giorni ci recheremo anche a Torino per un incontro con la Federcalcio regionale per studiare possibili soluzioni e scenari».
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Viene però da chiedersi quanto sia plausibile che l’intera società possa reggere eventi che, con dovuti accorgimenti e proporzioni, hanno segnato già il primo anno di gestione Console e che ora riguardano anche le squadre giovanili che non di rado si troverebbero ad affrontare situazioni di disagio. Su questo punto sia sindaco che assessore però chiariscono: «Non abbiamo nessun preconcetto nei riguardi della proprietà. Non dobbiamo e non possiamo pensare o agire da tifosi. Se dimostra con i fatti di cambiare rotta, regolando comportamenti e pagamenti per terminare la stagione in corso noi ne siamo ben felici». Novelli puntualizza quindi nuovamente: «L’importante è che l’attuale dirigenza venga qua e ci dica chiaramente quali sono le intenzioni e che, nel caso legittimo in cui vogliano lasciare il passo, lo facciano lasciando una società in salute che non sia debitrice verso fornitori o Comune».
Riboldi, poi, specifica un’ultima volta la strada da seguire per il futuro che quasi certamente – con tutte le accortezze del caso – vedrà il nome di Console & Partners lontano dalla maglia nerostellata: «Non vedo alternative, se non quella di ripartire dalla base con realtà e imprenditori del territorio».