Deambrogio: «Resistere contro la deriva del diritto alla salute»
L'intervento del segretario regionale Prc-Se
TORINO – Il recente riparto, in sede nazionale, delle risorse riferite all’ex articolo 20 per l’edilizia sanitaria ha visto assegnare al Piemonte la cifra di 120 milioni di euro. In merito a questa scelta e alla condizione complessiva in cui versa la sanità piemontese il segretario regionale del Prc-Se Alberto Deambrogio ha dichiarato: «Non si fanno le nozze con i fichi secchi, quindi con quella cifra non si può mettere mano seriamente al vetusto patrimonio ospedaliero regionale. Chi insiste a pensare al privato, alla finanza di progetto o ai fondi Inail per risolvere il problema, si illude e prepara solo nuovi problemi per gli anni a venire».
«Questo episodio è solo l’ultimo di una serie negativa che occorre guardare nel suo insieme: liste d’attesa chilometriche, ambulatori e centri analisi privati diffusi a macchia d’olio, pronto soccorso che esplodono, reparti senza medici, gettonisti costosissimi per tappare le falle, abbandono dei professionisti nel pubblico a causa dei ritmi di lavoro e stress, interi reparti ospedalieri messi a gara per il privato, non autosufficienti costretti a pagarsi la continuità di cura, territorio senza prospettive
certe».
«Molti indizi fanno una prova. L’impressione è che, nella sostanziale rassegnazione delle sofferenze private in cerca di una qualche soluzione, si cerchi di applicare la strategia della rana bollita, mettendo poco alla volta le persone di fronte al fatto compiuto della fine di fatto del Servizio Sanitario Nazionale senza troppo clamore. È una strategia con molti padri e molti accompagnatori più o meno zelanti, dalla Regione ai partiti di governo di ieri e di oggi».
«È un disegno chiaro e inaccettabile – conclude Deambrogio – La legge 833/78, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale è ampiamente disattesa. Nelle attuali condizioni però non serve più solo richiamarla come insieme di principi, serve invece una linea di resistenza per evitare il ritorno all’epoca delle mutue. Per questo nelle prossime settimane lavoreremo a costruire comitati di lotta, relazioni tra soggetti diversi, medici, lavoratori della sanità, sindacati, associazioni e mutuo aiuto dando una mano per risolvere problemi senza accettare le condizioni che li creano».